Il difensore della Roma Leandro Castan in un’intervista a Diario esprime la sua gratitudine nei confronti dei giallorossi: “Se mi fossi trovato in un’altra squadra, probabilmente mi sarei ritirato. Non solo non hanno mai preso in considerazione l’idea di rescindere il contratto, ma in più avevo appena rinnovato, e avevo quindi uno stipendio superiore. Avevano appena venduto Benatia e io avrei dovuto gestire la difesa. Non mi sono mai sentito abbandonato”.
Castan ripercorre l’incubo del cavernoma: “Iniziai con problemi alla vista. L’ho curato, stavo migliorando, ma quando stavo per rientrare mi e’ arrivato lo stop dai medici e l’invito a operarmi, anche se la mia vita non era a rischio. Se ho avuto paura di non tornare a giocare? Certo, a gennaio, dopo l’infortunio, avvertivo parecchie difficolta’ al momento di toccare nuovamente il pallone. Dovevo imparare a camminare, a correre…Era tutto nuovo. Il rischio di perdere la vita durante l’intervento era circa dell’1%. C’era pero’ il 10% di rischio che restassi con la bocca storta, perdessi certi movimenti e subissi determinati danni. E il rischio di non poter tornare a giocare era del 20%”.
“A un certo punto decisi di non rischiare e di non giocare più a pallone: chiesi la rescissione alla Roma per tornare in Brasile e curarmi vicino alla mia famiglia. Tutto questo a ottobre. Ma Walter Sabatini mi ha detto di no e mi ha dato alcune settimane per capire cosa avrei voluto fare della mia vita”.