L’improvvisa scomparsa di Tarcisio Catanese non ha lasciato insensibile l’ambiente parmigiano. Il centrocampista siciliano ha fatto parte del primo Parma di Nevio Scala, di quel gruppo che visse l’irripetibile cavalcata in Serie A nel 1989-’90, in una stagione funestata dalla scomparsa del presidente Ernesto Ceresini e da tante difficoltà in campo, brillantemente superate.
La notizia della morte di Catanese è rimbalzata in città di prima mattina, colpendo i tifosi, ma soprattutto chi con Tarcisio ha condiviso stagioni indimenticabili.
Come Maurizio Ganz. Il provvidenziale bomber della stagione della promozione, intervistato da Sportal.it, ha faticato a trovare le parole: “È davvero una brutta notizia. Tarcisio era un bravo ragazzo ed è stato un ottimo giocatore, molto forte tecnicamente. Abbiamo condiviso quell’annata fantastica, quella in cui nacque il Parma che avrebbe vinto tanto negli anni a venire. Quell’anno giocò tanto, purtroppo nel prosieguo della carriera non ha ottenuto quanto avrebbe meritato”.
“Con Tarcisio ho giocato solo per una stagione, ma abbiamo conservato un bel rapporto di amicizia anche se non ci siamo più frequentati” ha invece detto Massimo Agostini, a Parma nel 1991-’92.
Tra chi ha condiviso con Catanese le due diverse esperienze a Parma c’è Massimo Susic, titolare fisso nell’anno della promozione e poi tornato in Emilia nel 1994: “Mi dispiace tantissimo, Tarcisio ha fatto parte di quella bellissima squadra guidata dal mister Scala e dal presidente Ceresini – ha aggiunto Massimo Susic – Eravamo un bel gruppo, di ricordi ce ne sono tanti, anche scherzosi, come quando io, lui ed altri 6 compagni andammo a giocare a pallavolo una sera e Scala si arrabbiò molto…”.
Ma Catanese ha lasciato ottimi ricordi anche a Reggio Calabria, dove ha giocato per tre stagioni tra il 1986 e l’89, sfiorando la promozione in A sfuggita nello spareggio di Pescara del 1989 contro la Cremonese. In panchina c’era proprio Nevio Scala, che portò Tarcisio a Parma nella stagione successiva. In campo, tra gli altri, il portiere Mauro Rosin e il difensore Paolo Danzè.
“Era un ragazzo timido, arrivò a Reggio da brutto anatroccolo diventando uno splendido cigno – ha detto Rosin, a Reggio per ben 5 stagioni, tre delle quali con Catanese – Non posso che parlare bene di Tarcisio, come uomo e come giocatore: ha fatto una buona carriera, ma avendolo conosciuto posso dire che a livello umano valeva ancora di più”.
Commoventi le parole di Danzè: “Il ricordo di Tarcisio è quello di una persona capace di distinguere il giusto dallo sbagliato, il buono dal cattivo. Una persona semplice nella sua normalità, sempre capace di farti sentire il suo affetto e la sua stima”.