All’indomani della pesante sconfitta contro la Roma, che ha lasciato il Brescia all’ultimo posto della classifica, in casa delle Rondinelle tiene banco la frase “shock” (“Balotelli è nero, ma sta lavorando per schiarirsi”) con la quale il presidente Massimo Cellino ha provato a chiudere il caso riguardante Mario Balotelli e la sua esclusione dai convocati per la partita dell’Olimpico dopo essere stato allontanato dall’allenamento di giovedì da parte del tecnico Grosso.
Il clamore sui social e non solo è stato immediato, ma la società ha provato a stroncare le polemiche attraverso un comunicato pubblicato sul sito ufficiale, nel quale si specifica che le dichiarazioni di Cellino erano “evidentemente una battuta a titolo di paradosso e palesemente fraintesa”.
La dichiarazione, si continua a leggere, è stata “rilasciata nel tentativo di sdrammatizzare un’esposizione mediatica eccessiva e con l’intento di proteggere il giocatore stesso”.
Lo stesso Cellino ha poi preso la parola in serata, mostrandosi piuttosto infastidito: “Chi mi ha dato del razzista? Se scrivete tutte le c… che dico non finite più di scrivere. Non mi devo discolpare da una cosa alla quale non credo. La cosa tragica è che non sapete più cosa scrivere. Chiarire? Se lo faccio è peggio… Le persone perbene mi conoscono”.
L’ex presidente del Cagliari è poi tornato sul tema in serata intervenendo all’emittente locale ‘Teletutto’ attraverso parole che fanno pensare alla separazione da Balotelli già a gennaio: “Probabilmente, se potessi tornare indietro chiederei a Balotelli se è davvero convinto di venire a Brescia. La scelta è stata più azzardata rispetto a quello che si pensava. Dalla sua parte e dalla nostra. Balotelli è più fragile di quanto pensiate. Sta sentendo un peso superiore rispetto a quello che aveva valutato all’inizio. Ha sottovalutato l’impegno perché non è abituato a lottare per la salvezza. Io non getto la spugna e non mando via nessuno, ma per chi vuole andare via la porta è aperta”.