
Gigi Buffon, dalle pagine della rivista Kicker che gli ha addirittura dedicato la copertina (mai successo prima ad un italiano non in Bundesliga), si è confidato in una lunga intervista a 360°.
“Un portiere deve essere masochista. Come ruolo può essere paragonato all’arbitro. Ha il potere di comandare ma può solo subire gol, non può segnare, e deve sopportare offese continue. La psicologia dovrebbe studiare questo ruolo così contraddittorio. Per me fare una papera è uno shock. Ci metto giorni a riprendermi. Invidio chi ne commette di più…lo shock non è così grande”.
Sulla sua infanzia: “Mangiavo così tanta mortadella e orsetti gommosi che è un miracolo non sia ingrassato. La mia carriera sarebbe diventata improbabile”.
E ancora: “La Roma agli americani, le milanesi ai cinesi…povera Italia. È una sconfitta per il nostro calcio e le nostre tradizioni”.
Capitolo depressione, di cui ha sofferto: “Fu fondamentale non prendere medicine. Rimasi artefice del mio destino, senza dipendere dai farmaci”.
Chiosa sul futuro: “Da anni mi chiedo cosa mi spinga ancora a giocare. Questa battaglia interiore mi porta forti motivazioni. Se avessi vinto la Champions sarei svuotato: mi sprona”.