Dopo Milano e Cardiff, anche Kiev. La Champions League è e resta la casa del Real Madrid che sale, anzi resta, sul tetto d’Europa anche nel 2018 grazie al 3-1 nella finale contro il Liverpool. Sono 13 le Coppe nella bacheca dei blancos, che come un anno fa contro la Juventus riescono a spuntarla al termine di una partita complicata, almeno per un terzo della sua durata. I Reds, pur inferiori sul piano tecnico, possono infatti recriminare sugli episodi, a partire dall’infortunio di Salah, costretto a lasciare il campo al 30’ per un grave infortunio alla spalla seguito a un fallo di Sergio Ramos. L’egiziano, che rischia di perdere il Mondiale, è uscito in lacrime e da quel momento il Liverpool, fin lì ottimo nel pressing, seppur quasi mai pericoloso, è progressivamente uscito dalla partita al cospetto di un Real solido, pur poco appariscente e cinico nello sfruttare gli errori avversari.
Nella ripresa si scatenerà infatti il dramma del portiere del Liverpool Loris Karius, protagonista di una di quelle notti che segnano una carriera: al 5’ è senza commento l’errore che origina il vantaggio del Real, quando il tedesco colpisce in pieno Benzema tentando un comodo rinvio con le mani. La squadra di Klopp si rimette in piedi al 10’ con Mané, il migliore dei suoi, da corner, ma è un attimo, perché Zidane al 17’ decide di mettere in campo Bale, venendone ripagato da una rovesciata che è già leggenda su cross, di destro, di Marcelo. Di fatto finisce qui, il Liverpool ci prova, ma è sfiduciato nella testa e svuotato nelle gambe, incassando il 3-1 all’84’ ancora ad opera di Bale sul cui sinistro da distanza siderale Karius interviene da dilettante, cacciando in porta in pallone.