Martedì sera presso il Mondadori Multicenter di Piazza Duomo a Milano è andata in scena la presentazione del libro “E sono stato Gentile”, autobiografia scritta da Claudio Gentile con Alberto Cerruti.
Proprio l’ex difensore, campione del mondo nel 1982, ha spiegato in esclusiva a Sportal.it come è nato il titolo dell’opera: “Io avevo la nomea di giocatore cattivo, anche se sono stato espulso sono una volta in carriera e per un fallo di mano. Ho scelto quindi un tono ironico ma che ha un significato: i dati mi danno ragione”.
Non solo calcio: “Sono partito dalla mia infanzia in Libia, dove ho vissuto fino a 8 anni. Mi ricordo qualcosa di bellissimo ma anche di amarissimo, per quello che si vede oggi nei tg. Parlo anche di Gheddafi (tra l’altro era anche il suo soprannome, ndr) che veniva col suo gregge di pecore da mia nonna ed è poi diventato quello che è diventato. E poi ovviamente la Juventus, il cammino che mi ci ha portato dopo essere stato scartato dal Como, e della Nazionale, in positivo da giocatore e in negativo per il comportamento della dirigenza nei miei confronti anni dopo”.
La sua Juventus è attesa dal ritorno degli ottavi di Champions League: “Contro il Bayern sarà una partita difficile viste le tante assenze ma anche l’anno scorso contro il Real Madrid i bianconeri erano dati per spaccati e poi invece hanno fatto risultato. I sostituti sono quasi all’altezza dei titolari”.
Nessun dubbio sullo scudetto: “Io il 5 ottobre ho detto che la Juventus avrebbe chiuso il girone d’andata al secondo posto e avrebbe poi vinto il campionato”.
Chiosa sulla Nazionale: “L’addio di Conte dopo gli Europei? Io avrei affidato subito la squadra al suo sostituto, per dargli il tempo di valutare in anticipo la situazione”.