L’ispettore Uefa si schiera dalla parte degli arbitri rumeni.
L’Uefa ha aperto un procedimento disciplinare in merito al caso di presunto razzismo durante il match di Champions League Psg-Basaksehir dell’8 dicembre. Alcuni giocatori avevano forzato la sospensione della partita per alcune frasi pronunciate dal quarto uomo Sebastian Coltescu, ritenute discriminatorie.
L’ispettore Uefa si è però schierato nel caso in questione con lo staff rumeno: “Dalle prove video e audio disponibili – si legge nella relazione -, è stato stabilito che Coltescu e Sovre (il guardalinee, ndr) hanno usato le espressioni in lingua romena ‘quello nero’ e ‘il nero’, semplicemente per identificare il secondo allenatore del Basaksehir, Webo”.
“Secondo il rapporto linguistico, le espressioni romene ‘quello nero’ e ‘il nero’ non hanno connotazioni discriminatorie o negative. Inoltre, la parola ‘nero’ è ampiamente utilizzata dalle organizzazioni antirazziste e dai loro milioni di seguaci proprio per combattere la discriminazione. L’ispettore designato per l’etica e la disciplina ritiene che l’indagine su un possibile comportamento razzista o discriminatorio sia terminata, senza la necessità di un’azione disciplinare per violazione degli articoli della legge Uefa”, è il testo riportato dalla Gazzetta dello Sport.
Queste le parole di Coltescu: “Grazie a tutti quelli che hanno presentato la notizia dal primo momento nel modo giusto, senza esagerazioni e deviando dalla verità. E che faranno altrettanto ora, per rispettare la verità vera. Sarò a disposizione del calcio romeno fino alla fine. Non a livello internazionale, dove la mia esperienza si è conclusa, ma solo per motivi di età”.
La Commissione disciplinare dovrà decidere nei prossimi giorni quali sanzioni comminare e a chi.