Quello che si presenta ai microfoni di Premium Sport è un Luciano Spalletti molto deluso per l’eliminazione dalla Champions League per mano del Real Madrid.
Il tecnico toscano non cerca alibi: ciò che più lo ha infastidito è la scarsa vena sotto porta: “Se non fai gol e poi gli altri lo fanno è inutile andare a recriminare: 2-0 all’andata e 2-0 al ritorno, il Real ha meritato il passaggio del turno. Bisogna prendere atto della realtà e la realtà dice che abbiamo perso. Se potevamo fare di più? Per quello che si è visto probabilmente sì: all’andata ero convinto di poter lottare per questo passaggio del turno e se vogliamo fare un’analisi profonda probabilmente siamo anche stati bravi. Ma realtà è che dobbiamo crescere come mentalità, cattiveria e convinzione: siamo ancora deboli, c’è poco da fare. Alla prima difficoltà non riusciamo ad essere quella squadra di quel livello che dovremmo avere”.
Niente scuse nemmeno per gli infortuni, soprattutto quello dell’ultima ora di Nainggolan. L’ex mister dello Zenit di San Pietroburgo mostra una certa insofferenza verso i giocatori ‘tranquilli’: “L’assenza di Nainggolan? Probabilmente avrebbe giocato, ma il modulo sarebbe stato questo. Forse la partita dell’andata è arrivata troppo presto, ma si deve fare di più: in futuro sicuramente metteremo a posto qualcosa. Ma se siamo contenti o tranquilli dopo aver perso due partite 2-0, allora mi viene l’angoscia: dobbiamo crescere velocemente, bisogna fare meglio. Non voglio tirare dentro il lavoro di chi mi ha preceduto, che comunque è stato un buon lavoro: ognuno ha i suoi metodi. Dico solo che dobbiamo fare dei balzi, non dei passettini in avanti, perché la nostra rosa ce lo permette. Quando in spogliatoio vedo i volti tranquilli dei giocatori che aspettano di farsi fare i complimenti per la buona prestazione, mi viene una sensazione di malessere. La testa è fondamentale: il pensiero che far parte della Roma è importante come far parte di una famiglia, crea solidità.
“Secondo me stasera ci è andata anche bene – ha concluso Spalletti -. Non siamo migliorati tanto su quella forza mentale e la differenza è tutta lì: uno rientra nello spogliatoio ed è arrabbiato, non si rende conto dell’occasione che ha buttato via questa sera. Ci sono partite che rimarranno nella storia del calcio, per sempre, e questa è una di quella: ti apre una scorciatoia verso il calcio mondiale, più di quella che ti danno 38 partite in campionato”.