Alessandro Autieri, collaboratore presso europacalcio.it, sportellate.it, rivistacontrasti.it, cicloweb.it dà i voti agli uomini di Velazquez.
Scuffet 7: dopo aver vinto l’ennesimo ballottaggio con Musso, mette la firma sul risultato salvando di puro istinto su Rossettini, Rigoni e Giaccherini. Mezzo voto in meno per la poca sicurezza nelle palle alte e nelle uscite in area piccola, ma non va dimenticato che si tratta di un classe ’96 reduce da stagioni molto complicate.
Larsen 5,5: dietro si prende qualche rischio, davanti ritarda il tempo del cross. Così non basta da un giocatore della sua qualità e come l’anno scorso ci si aspetta entri in forma un po’ più avanti.
Troost-Ekong 6,5: se continua a giocare così, da queste parti un grande club passerà per portarselo via. Attento nelle chiusure – decisivo un suo intervento a inizio partita – leader difensivo, è il giocatore di cui l’Udinese aveva bisogno per guidare la difesa.
Nuytinck 5,5: come contro il Parma è ingenuo su alcune marcature con l’avversario spalle alla porta, nel primo tempo di testa in area le prende tutte lui, nella ripresa invece si fa sfuggire più di una volta gli avversari che rischiano di segnare. Con Troost-Ekong si completa a meraviglia.
Samir 6,5: al giorno d’oggi un terzino brasiliano più di quantità che di qualità è merce rara e non per forza è un aspetto negativo. Gamba, disponibilità e intensità: il vero Samir è tornato.
Behrami 6: il diesel di Mitrovica, naturalizzato svizzero, scherma la difesa e detta i ritmi di gioco. Cresce con il passare dei minuti, ma spesso si fa prendere dietro dall’inserimento tra le linee degli uomini di D’Anna.
Pussetto 6,5: leggerino, ma efficace. Rispetto a Machis dà meno profondità, ma ha coraggio, velocità, idee e soprattutto gioca molto di più con i compagni. Cresce di partita in partita e si capisce perché Velazquez abbia iniziato a puntare su di lui. Cala alla distanza e viene sostituito.
Mandragora 5,5: Detta il pressing, guida la linea in fase di non possesso, ma da lui ci si aspetta maggiore qualità e velocità con la palla, soprattutto quando nel primo tempo è schierato in posizione più avanzata. Corre spesso a vuoto e incide poco. Finisce senza energie e sostituito: da rivedere.
Fofana 6,5: quando si accende è una furia. Alterna la versione “nuovo Pogba”, quando libera i cavalli e colpisce una traversa che ancora trema, a quella dove sbaglia decisioni e giocate anche dal punto di vista tecnico.
De Paul 8: il sarto Velazquez gli cuce addosso un ruolo da mezz’ala di qualità e possesso che gli calza a pennello. Lui indossa l’abito da gala, comanda in regia offensiva e regala i pochi sprazzi interessanti di una partita bruttina e bloccata, dimostrando di essere il giocatore di maggiore qualità in campo. Aiuta in difesa e poi si inventa un gol da fuoriclasse – il 4° in 5 partite – che manda in orbita l’Udinese. Con un assist mette la firma anche sul 2-0 di Lasagna.
Teodorczyk 5: schierato dall’inizio, nel primo tempo lo si nota per la lentezza – come sulla reazione alla ribattuta della traversa nel tiro di Fofana – e per gli stop sbagliati. In grande difficoltà in questo approccio con la Serie A, sarà il modulo o forse no, ma fa rimpiangere anche il Lasagna di questo inizio di campionato. Cresce nel secondo tempo, quando lo si vede lottare di più a centrocampo e quando sfiora anche un grande gol.
Machis 6: più offensivo, anarchico e confusionario rispetto a Pussetto, viene messo in campo per sparigliare le carte. L’impatto con la partita non è indimenticabile, ma il suo velo è decisivo per mandare Lasagna in gol.
Lasagna 7: gioca 25′, dove sfiora il gol due volte, e alla terza occasione infila Sorrentino. Forse aveva bisogno proprio di questo: un po’ di riposo in panchina per entrare ad avversaria stanca e colpire in contropiede grazie alla sua grande velocità e dopo quasi 5 mesi di digiuno si sblocca. L’Udinese ha ritrovato il suo bomber.
Barak sv: entra nel finale per un esausto Mandragora.
Velazquez 7: mentalità ed equilibrio sono le sue parole d’ordine e la bravura nel trasmettere i suoi dogmi a una squadra che qualche mese fa sembrava allo sbando, ne fanno un allenatore dal futuro assicurato. Ora però, dopo aver insegnato ai suoi come soffrire e agire in contropiede, dovrà cercare di dare anche qualche soluzione offensiva in più diversa dal palla-a-de-paul o lancio lungo sulla punta, se non altro per non annoiarsi troppo nel guardare l’Udinese negli ultimi 25 metri. Mezzo voto in più per come ha trasformato De Paul e perché i 3 punti di oggi pesano come un macigno nella lotta salvezza.