La Juventus avvia la prima fuga della stagione e batte nuovi record (era dal 1931 che i bianconeri non vincevano le prime otto gare ufficiali e mai nella storia della Serie A a tre punti la prima aveva avuto sei punti sulla seconda dopo sette partite), ma perde un tassello chiave della propria storia recente piena di successi.
Al termine della partita vinta per 3-1 contro il Napoli, infatti, l’amministratore delegato e direttore generale bianconero Giuseppe Marotta ha annunciato l’addio al club per il quale lavorava dal 2010: “Il 25 ottobre scadrà il mio mandato da amministratore delegato, si sta attuando una politica di rinnovamento. Non appare il mio nome, rimarrò come direttore generale area sport. La Juventus resterà nel mio cuore, sono stati otto anni bellissimi. Scelta mia o della società? Lo diremo a tempo debito, volevo comunicarlo per via di possibili uscite capziose. Ma lo definiremo assieme. Per il momento non voglio aggiungere altro. C’è emozione, ma ne riparleremo più avanti” le parole di un Marotta serio e quasi commosso ai microfoni di ‘Sky Sport’.
Uscite capziose come le voci su un futuro in Federcalcio: “Smentisco categoricamente. Al momento è un’esperienza che non mi tocca, non sarò candidato”.
Marotta era arrivato alla Juventus nel 2010 proveniente dalla Sampdoria, formando, dopo un primo anno di assestamento, un corpo societario unico con il presidente Andrea Agnelli, il direttore sportivo Fabio Paratici e il consigliere di amministrazione, poi eletto vice-presidente, Pavel Nedved. Nella sua bacheca di dirigente sette scudetti, quattro Coppe Italia e tre Supercoppe italiane, titoli conquistati grazie ai tanti giocatori acquistati durante il settennato, da Pirlo a Pogba, da Tevez a Cuadrado, fino a Alex Sandro e Bernardeschi e ai colpi dell’ultima estate, Joao Cancelo e Cristiano Ronaldo.