Il Cagliari è partito con il piede giusto in Serie B, ma i tifosi non dimenticano le bandiere ammainate. Durante l’anticipo della 1^ giornata contro il Crotone, frequenti sono stati i cori per Andrea Cossu e capitan Daniele Conti, cui il presidente Giulini ha deciso di non rinnovare il contratto. A Gazzetta.it Conti, primatista di presenze in rossoblù (464 partite con 51 gol), ha sfogato tutta la propria deluione
“Non so ancora se tornerò a giocare, di sicuro non lo farò più in Italia, perché la mia squadra è il Cagliari, e la maglia rossoblù è la mia seconda pelle” ha detto il figlio del grande Bruno, prima di chiarire i motivi della decisione di non giocare l’ultima partita dello scorso campionato contro l’Udinese: “Nei miei 16 anni a Cagliari ho sempre messo l’interesse della squadra davanti a tutto, e anche in quella giornata è stato così. Eravamo retrocessi e non volevo si facesse una festa per me, non c’era nulla da festeggiare, così scelsi di farmi da parte”.
Nessuna frizione con la società, anche se Daniele ammette che dopo un contatto iniziale per un futuro post-calcio in società, non ci sono stati sviluppi.
“Per me è stato un onore essere il capitano non di una squadra, ma di un popolo. Non mi sono mai sentito una bandiera semplicemente perché per me era naturale quello che facevo: amare il Cagliari” dice Conti, che poi manda una frecciata a Zeman: “Con lui le cose sono andate male, è oggetivo. In tanti anni di salvezze sofferte, non ci siamo mai vergognati anche di difendere in 11 dentro l’area”. Chi vuol capire…