Dopo le accuse di Lucas Biglia, critico nei confronti di come l’Italia sta affrontando la drammatica diffusione del Coronavirus, un altro centrocampista straniero della Serie A, Miguel Veloso, non è tenero nei confronti delle istituzioni calcistiche italiane.
Intervistato da ‘A Bola’, il centrocampista portoghese, che sta trascorrendo il periodo di isolamento a Verona con la propria famiglia, ha osservato come la sospensione dell’attività sia stata tardiva: “Il calcio doveva fermarsi molto prima. Siamo persone normali, rischiavamo di contagiare chi veniva allo stadio, a partire dai nostri familiari e colleghi. La mia grande paura, più che contrarre il virus, è trasmetterlo ai miei familiari. È importante seguire le regole che sono state date”.
“Va tutto bene, usciamo solo per andare al supermercato o in farmacia – ha proseguito Veloso – Trascorro le giornate a rincorrere i miei figli e ad allenarmi secondo il programma che ci viene mandato dalla società con quello che ho in casa. Il grande problema è che all’inizio nessuno prendeva sul serio questo virus, ma la realtà è che è grave e ora siamo tutti chiusi in casa, uscendo solo per le cose necessarie”.
Sui tempi di ripresa il buio è fitto: “Non si sa ancora quando ricominceremo, si dice che gli allenamenti potrebbero riprendere a fine mese ma non si conoscono date. Non si sa quando ricomincerà il campionato e nemmeno come lo si porterà a termine”.