Secondo una recente indagine condotta dalla Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori, in collaborazione con l’università di Amsterdam, il 22% delle calciatrici e il 13% dei calciatori ha indicato sintomi assimilabili a quelli della depressione. La percentuale dei calciatori professionisti depressi è raddoppiata nel giro di un anno, per motivi imputabili alla pandemia di Coronavirus e alle relative incertezze economiche, come conferma il dottor Vincent Gouttebarge, capo della divisione medica della Fifpro.
Sono 1.602 i calciatori e le calciatrici di 16 diversi Paesi coinvolti nel sondaggio. Secondo il medico francese, ex calciatore professionista, la grande preoccupazione riguarda lo spettro del precariato o addirittura della disoccupazione. Anche nel mondo del calcio, quindi, il numero dei depressi e degli ansiosi è in costante aumento, soprattutto in un periodo in cui le misure per ridurre la diffusione del coronavirus hanno causato la sospensione dei campionati.
I ricchi del calcio, secondo Gouttebarge, sono davvero pochi: “Si tratta solo dell’1% – afferma -. Per tutti gli altri l’indipendenza economica non è affatto una certezza. L’opinione pubblica ha una percezione inesatta della situazione dei calciatori professionisti”.
Per Jonas Baer-Hoffman, segretario generale Fifpro, il campanello d’allarme va preso seriamente in considerazione a tutti i livelli: “Queste nuove cifre sono estremamente preoccupanti e il nostro cuore va a tutti i giocatori in difficoltà – sostiene -. Ci incoraggia l’enorme lavoro che le nostre associazioni stanno facendo, per richiamare l’attenzione sul problema. Questi risultati sottolineano anche quanto sia importante che tutti i soggetti attivi del calcio lavorino insieme, in questi tempi incerti, stipulando contratti collettivi che mantengano la stabilità sociale, per alleviare la pressione di tutti i dipendenti del settore, giocatori compresi”.
Anche il capitano della Juventus, Giorgio Chiellini, rappresentante del Fifpro Global Player Council, ha invitato i suoi colleghi a sostenersi a vicenda durante la pandemia: “E’ molto importante che i giocatori di calcio, come le famiglie e le altre comunità, si prendano cura l’uno dell’altro, durante questo difficile periodo, rimanendo in contatto via telefono o con videochiamate: restate in contatto con i vostri compagni di squadra, soprattutto se pensate che possano essere depressi o in ansia. Manteniamo forte lo spirito di squadra anche quando non c’è il calcio giocato”.