Mauro Bellugi è stato in onda su Radio 105 all’interno di “105 Friends”, il programma di Tony Severo e Rosario Pellecchia. “È più difficile di una finale di Coppa dei Campioni, ve lo posso garantire. Ogni tanto anche a me viene lo sconforto, ma cerco di superarlo pensando alla mia famiglia. E’ una cosa che è successa, è successa a me e voglio ritornare non dico come prima – le rovesciate a 70 anni non le faccio più – però voglio andare al ristorante, voglio giocare a carte con gli amici, fare il pensionato”.
“Tu pensa a quando te lo dicono, è micidiale. Il medico mi ha detto ‘decidi tu’. Io non voglio mica morire, allora bisogna tirare fuori le balle e andare avanti. Ti viene da pensare ‘forse è meglio morire’ perché quello che provi dopo l’amputazione è terribile, 20 giorni di dolore da 1 a 10 1000, la morfina che vedevo elefanti, rinoceronti. Avevo già prenotato a San Patrignano…”.
“E’ un dramma per chiunque allo stesso livello: io sì ho fatto il calciatore, però ho 70 anni e la mia carriera l’ho fatta; se mi fosse capitato a 30 mentre ero in attività, quello sì sarebbe stato un dramma da suicidio”.
“Per fortuna che non mi sono fatto male alle mani perché io sono un grande giocatore di scopa, gioco a carte con i miei amici”.
A proposito di chi minimizza la gravità del covid, “Se uno scherza sul fatto che il covid non esiste è proprio un cretino, un deficiente vero. Se venisse qua in ospedale e vedesse quello che c’è qua… Io ho avuto la fortuna/ sfortuna di avere un compagno di camera juventino (ride), quando è arrivato gli ho chiesto cosa gli fosse successo: lui è stato in un letto fermo 40 giorni intubato. Adesso è qui nel letto di fianco a me, non ha più i muscoli. Questo è uno scherzo?”.
“Una volta ero in un reparto dove tutti avevano i caschi, sembrava di essere alla NASA, ho visto un ragazzo che avrà avuto 30 anni che mentre lo portavano via ha detto addio alla moglie, alla famiglia. Quando vedi quelle cose lì …. “ Bellugi si commuove..