Continuano ad arrivare aggiornamenti sulle “ombre” passate del Parma. Mentre sono scattati i deferimenti per 20 dirigenti ritenuti responsabili del clamoroso fallimento del marzo 2015, tra i quali l’ex presidente Ghirardi e l’ex ad Leonardi, torna d’attualità il primo crac subito dalla società, quello dell’era Tanzi, avvenuto nel 2003. Il prossimo 12 luglio sarà infatti il giorno della verità per Giambattista Pastorello.
L’ex dg del Parma ha chiesto di patteggiare 18 mesi di reclusione per l’accusa di concorso in bancarotta, condivisa con lo stesso ex presidente. Secondo le ricostruzioni della Procura, Pastorello avrebbe distratto soldi per 16 milioni di euro tra il 1998 e il 2004 dalle casse del Parma, denaro sfruttato, attraverso un giro di prestiti e fidejussioni, per rilevare l’Hellas Verona, club di cui Pastorello è stato presidente tra il 1998 e il 2006. L’ex dirigente ha chiesto di patteggiare una pena di un anno e mezzo di reclusione.
Gli stessi soldi sarebbero serviti per ripianare debiti contratti con due banche venete e successivamente definire l’acquisto del Verona del quale, secondo l’accusa, Tanzi, che ha già patteggiato 2 mesi in continuazione con altre condanne, sarebbe stato il “padrone occulto”.
A Pastorello è mossa l’accusa di aver distratto ulteriori 3,5 milioni ai danni di Parmalat Spa, poi confluiti tramite assegni sui conti bancari di società riconducibili allo stesso ex dirigente.