Non ci si poteva permettere neppure un passo falso. E alla fine proprio questa pressione è stata fatale al Parma, che a una settimana dalla possibilità di giocare prima del Venezia inciampa contro l’ostacolo Forlì e scivola a -5 dalla squadra di Inzaghi.
Il pari del ‘Tardini’ contro i romagnoli brucia per le modalità: il vantaggio trovato ad inizio ripresa non è stato gestito al meglio, sul piano tattico e nervoso.
A fine partita mister D’Aversa non può che provare a mettere insieme i cocci, in particolare sul lato psicologico: “La rincorsa porta via tante energie mentali e può avere influito anche il fatto di giocare sempre a risultati acquisiti. Nel primo tempo abbiamo avuto poca cattiveria nell’andare a concludere, nel secondo tempo siamo andati meglio. Calo atletico nel finale? Non credo, parlerei di stanchezza mentale”.
Non ha pagato la scelta di tornare alla difesa a tre, ma ormai conta poco. Il sogno promozione diretta è quasi svanito, a meno che il Venezia non sbagli due partite: “Abbiamo il dovere di continuare a crederci” ha aggiunto uno sconsolato D’Aversa, prima di commentare il finale nervoso: “Prendiamo atto che il Forlì ha fatto la partita della vita. È volata qualche parola di troppo, qualcuno non ha avuto rispetto per il Parma”
Baraye e Scozzarella, il primo tra i migliori e il secondo, per la prima volta, tra i meno convincenti, hanno invece analizzato la gara sul piano tattico: “Abbiamo dato tutto, ma dovevamo chiuderla prima – ha detto il senegalese – Il problema è che quando segniamo ci abbassiamo, invece dovremmo continuare ad attaccare”.
“Dobbiamo gestire meglio il pallone, senza accontentarci – il commento di Scozzarella – Finita? No, io ho disputato questo campionato molti anni fa e l’ho vinto in una situazione ancora più difficile”. Il riferimento è alla stagione 2009-2010, quando il Portogruaro di Scozzarella rimontò in extremis il Pescara conquistando la promozione diretta in B.