“E vissero tutti felici e contenti”. Si può riassumere così la breve storia tra il Parma e Jiang Lizhang, il numero uno di Desports, la cui esperienza all’interno della società crociata come azionista di maggioranza è durata il breve spazio di undici mesi.
Lo ‘scambio’ tra la cordata cinese e i sette soci di ‘Nuovo Inizio’, tornati a detenere il 60% delle quote del club, è stato annunciato in una conferenza stampa convocata d’urgenza, ma non ha sorpreso Enrico Boni: “Da queste colonne avevamo anticipato tutto in tempi non sospetti. Abbiamo sempre sostenuto che si è trattato di un’operazione strana, che qualcuno ci avrebbe dovuto spiegare. Zhang sarà venuto a Parma quattro volte compresa la festa promozione e avrebbe dovuto mettere un proprio uomo in società, Antonio Cordòn, il coordinatore dell’area sportiva di Desport, teorico cavallo di Troia per far passare l’attuale dirigenza sportiva in secondo piano: invece Faggiano ha rinnovato il contratto poco dopo il cambio di maggioranza e da quanto mi risulta la campagna acquisti estiva è stata condotta interamente dalla vecchia proprietà anche a livello economico”.
Un disimpegno così immediato però se lo aspettavano in pochi: “Ammetto però che la tempistica mi ha sorpreso. Certo dev’essere successo qualcosa di particolarmente grave al di là del mancato rispetto degli impegni finanziari assunti perché si verificasse una svolta così improvvisa. Adesso vedremo cosa succederà: Nuovo Inizio ha esercitato il diritto di riacquisto riprendendosi il 60% delle quote, ma non so fino a quando i cinesi avranno interesse a restare da soci di minoranza. In ogni caso tutto questo mi ha procurato un notevole senso di benessere e liberazione…”.
Tutti contenti, si diceva, perché alla fine potrebbe non averci rimesso nessuno: “C’hanno guadagnato tutti. Il Parma che al momento dell’ingresso dei nuovi soci aveva bisogno di una boccata d’ossigeno, ma credo proprio anche i cinesi, che non penso ne usciranno rimettendoci dei soldi…”.