Come calciatore in Italia ha lasciato il segno con il Milan. Il club rossonero era andato a pescarlo nella Dinamo Kiev, impressionato anche da una tripletta realizzata dal giovane attaccante in uno dei templi del calcio europeo, il Camp Nou, al cospetto di un Barcellona che non era minimamente riuscito ad arginare il suo talento.
La lunga epopea di Sheva con il Milan, interrotta da una parentesi con il Chelsea, fa sì che l’ucraino sia guardato ancora oggi con grande simpatia dai tifosi del Diavolo, non molti dei quali, però, si sarebbero aspettati di vederlo seduto su di una panchina a dare ordini ai propri calciatori dopo avere appeso le scarpe al chiodo.
111 le presenze collezionate da calciatore (con la bellezza di 48 reti realizzate) con la selezione maggiore ucraina, di cui Shevchenko è il commissario tecnico dal 2016. Obiettivo immediato, centrata la qualificazione a Euro2020, è mostrare a tutto il continente che i nipotini di Valery Lobanovski possono creare grattacapi a tutti e che non hanno paura di nessuno.