“La situazione è di un livello così alto di gravità che va messa nelle mani della polizia”, ha dichiarato il tecnico della Spagna.
Hanno fatto clamore, nei giorni scorsi, le dichiarazioni dell’attaccante spagnolo – e della Juventus – Alvaro Morata, a proposito delle minacce di morte ricevute dopo il primo match di Euro2020 disputato dalle Furie Rosse conro la Svezia. A difesa innanzitutto dell’uomo Morata è sceso in campo oggi Luis Enrique, il ct della Spagna, che è tornato a parlare dell’accaduto nella conferenza stampa alla vigilia dell’ottavo di finale contro la Croazia.
“La situazione è di un livello così alto di gravità che va messa nelle mani della Polizia. Quello che dico io non è importante. Ma è un qualcosa che va cambiato in maniera radicale”, ha tuonato l’ex allenatore della Roma.
Si è schierato col centravanti bianconero anche Koke, un veterano della nazionale iberica: “Siamo esposti a ogni tipo di critica e le accettiamo, ma le minacce, sia a un giocatore che ai familiari, no, quelle no. Siamo tutti responsabili delle nostre azioni e dobbiamo essere consapevoli di ciò che facciamo. Dobbiamo denunciare queste cose. Così si esagera, quando si espongono i familiari a certi commenti. Come aiutarlo? Possiamo solo far sì che si concentri sul campo. Gli ho dato un abbraccio grandissimo, gli voglio bene, per me è un amico. Non è facile essere nella sua situazione, così proviamo a cambiare argomento e a scherzare”.