Parolo: “Delusione e orgoglio”

 Ai microfoni di Sky Sport HD, nel dopo partita di Bordeaux, il centrocampista della Nazionale Marco Parolo ha analizzato con grande lucidità la partita persa ai rigori contro la Germania.
 
Quando avete capito che la Germania avrebbe cambiato, eravate già pronti?

Sì, stamattina il mister aveva già preparato qualcosa, in caso la Germania cambiasse formazione. Questo dimostra che, comunque, abbiamo creato qualcosa, abbiamo creato un’identità di gioco, abbiamo creato qualcosa che gli atri temono e noi dobbiamo essere orgogliosi di questo, un sistema nel quale penso che ogni giocatore, se spostato un po’ più in mezzo, un po’ dopo, un po’ fuori, mezz’ala o centrale, sa già quello che deve fare, quindi, è merito del mister, ma merito anche della squadra. Ci siamo detti prima della partita che il compagno è il tuo amico migliore, quello che ti può dare una mano e così abbiamo fatto. Abbiamo corso uno per l’altro, abbiamo dato l’anima, purtroppo non è bastato perché, poi, stavolta la lotteria dei rigori non c’ha premiato. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto. In questo momento c’è tanta delusione, ma la delusione lascerà il posto all’orgoglio.

In campo si percepiva una grande differenza a loro favore?

Diciamo che loro si mettevano anche a difendere in maniera diversa, mentre la Spagna c’ha forse un po’ sottovalutato, la Germania c’ha rispettato e questo deve essere un orgoglio per noi. Si sono messi a tre dietro, perché sapevano che potevamo essere pericolosi con le giocate sulle punte. Nonostante questo, siamo riusciti un paio di volte a uscire. Fisicamente, loro sono sempre tedeschi e sono tosti, però, anche noi c’abbiamo messo l’anima e abbiamo reso loro la vita dura e difficile. Peccato.

Ti aspettavi questo tipo di Europeo personalmente?

Devo dire la verità, sono cresciuto tanto negli anni, ho ottenuto una certa maturità intorno ai 29, 30 anni, sono due o tre campionati che sto facendo, comunque, bene. Diciamo che sono contento di essere entrato in una mentalità come quella del mister, che ti permette di giocare, di essere sicuro di quello che fai e che t’insegna tanto. Peccato non averlo conosciuto prima nella mia carriera, perché mi avrebbe dato tanto, mi avrebbe dato la possibilità, forse, di essere più importante per la Nazionale. Sono contento di quello che ho fatto, ho dato l’anima, ho dato tutto me stesso. L’ho detto ai miei parenti prima della partita, sono orgoglioso che siete qua e io darò tutto quello che ho fine alla fine. C’era anche mio figlio piccolo e deve essere orgoglioso del papà e spero lo sia stato.   

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