Gasperini presenta la sfida con la Roma: “E’ una partita di cartello”

Le parole del tecnico atalantino in vista della sfida contro i giallorossi

Secondo le aspettative di inizio campionato, la sfida tra Atalanta e Roma doveva essere uno scontro importante in vista della qualificazione alla Champions League, aspettative tuttora non rispettate. La classifica vede i bergamaschi in terza posizione sotto solo a Inter e Milan, la Roma invece si trova attualmente al sesto posto a 9 punti dalla squadra allenata da Gian Piero Gasperini. Per l’allenatore della Dea, che ha parlato nella conferenza stampa della vigilia, questa è solo un’altra fermata nel percorso verso quella che sarebbe la quarta qualificazione consecutiva alla massima competizione europea.

Nonostante il terzo posto e le 8 vittorie e 2 pareggi rimediate nelle ultime 10 partite, l’allenatore della Dea non è del tutto soddisfatto: “Abbiamo bisogno di migliorare il nostro rendimento in casa, anche se ultimamente lo abbiamo fatto: ci serve una serie più importante. Ma queste sono statistiche, quello che conta è Atalanta-Roma, partita di cartello alla quale dobbiamo arrivare molto concentrati, senza pensieri ‘natalizi’. E’ un momento molto importante del campionato, in quattro giorni si chiude il girone di andata, che resta una frontiera significativa. Siamo sommersi da numeri che parlano di quello che abbiamo fatto, ma la nostra attenzione è solo sulla gara di domani. La classifica è corta, non guardiamo mai i risultati che abbiamo alle spalle, ma solo la gara successiva, anche perché tutti corrono. Siamo soddisfatti, ma ogni volta è un esame e si riparte da capo”.

Gasperini ha poi continuato parlando della mentalità che sta portando l’Atalanta ai vertici della classifica: “Una bella testa, una determinazione forte: quando vinci come a Verona, l’autostima cresce. E per la squadra è stata importante, visto che non capita mai, anche questa settimana lunga: sembra non finire mai…”. 

Infine l’allenatore ha parlato delle assenze: “L’argomento infortuni ha toccato un po’ tutti e anche noi ci siamo passati pesantemente. E’ difficile cercare una spiegazione scientifica, probabilmente dipende dalla frequenza delle partite, comprese quelle delle nazionali. Ora noi ne siamo usciti e questo ci permette anche di giocare più partite in poco tempo in modo competitivo. E così la spinta arriva da tutta la rosa”.

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