Gravina conferma: “Dobbiamo ripartire”

Il calcio italiano è pronto a ripartire. Perché deve farlo “per sé stesso e per l’economia italiana”. Con queste parole il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, intervenuto a ‘Che tempo che fa’ su Rai Due, ha confermato la ferma intenzione delle istituzioni calcistiche di far ripartire l’attività sospesa a marzo per la pandemia di Coronavirus.

 “Ci sono due correnti di pensiero: quella per la quale si dovrebbe chiudere tutta l’attività collegata al mondo dello sport e c’è una corrente che porto avanti che è quella di continuare”, ha affermato Gravina, prima di affidarsi a un metafora molto forte: “Non posso essere il becchino del calcio italiano. Quella di fermarsi è una responsabilità che lascio al governo. Farlo oggi sarebbe un disastro. Se il calcio non riparte ci sarebbe un pesante impatto negativo, sul settore ma anche sul Paese, visto che movimentiamo circa cinque miliardi”. 

Per le tempistiche le idee sono chiare: “Spero che l’Italia nel mese di giugno possa avere la possibilità di vivere un momento di sollievo diverso a quello che stiamo vivendo in questo momento”. 

 

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