Le parole di Andriy Shevchenko
In un’intervista concessa al Corriere della Sera, Andriy Shevchenko ha detto: “In questi giorni ho pensato tantissime volte di tornare in Ucraina ma è impossibile. Hanno chiuso subito tutto. Gli aeroporti sono stati bombardati per primi. Quindi ho deciso di difendere il mio Paese come posso. Raccontando chi siamo, quanto stiamo soffrendo. Aiutando le vittime e i rifugiati. La risposta dell’Italia è stata eccezionale. Attraverso GoFundMe abbiamo raccolto 343.764 euro per la Croce Rossa: trauma-kit, medicine, viveri. Altri fondi sono raccolti dalla Fondazione Milan, che ha messo in vendita la riproduzione delle maglie che indossavamo a Manchester quando nel 2003 vincemmo la Champions. Mi ha chiamato il mio amico Giorgio Armani, che si è mobilitato di persona. Ho parlato con il sindaco di Firenze e con il sindaco di Milano”.
I parenti della leggenda rossonera si trovano ancora in Ucraina: “Per ora stanno bene. Li sento più volte al giorno. Mia madre Lubov e mia sorella Elena sono in casa, a venticinque minuti dal centro di Kyiv. Adesso le hanno raggiunte altri parenti, tra cui mia zia Lida, che ha passato quattro giorni chiusa in cantina. Abita vicino a un aeroporto, il suo quartiere è stato bombardato. Non hanno lasciato il Paese perchè è la loro patria, la loro terra, la loro casa. Semmai avrei preferito raggiungerli io. Perché avrebbero dovuto andarsene?”.
“Noi vogliamo la pace. Ma arrenderci in questo momento significherebbe perdere la libertà. Noi ci stiamo battendo e ci batteremo per la nostra libertà e i nostri diritti. Vogliamo avvicinarci all’Europa. Non abbiamo attaccato nessuno, ci stiamo solo difendendo. È giusto tutto quello che serve a difendere il nostro Paese dagli aggressori. Le democrazie sono al nostro fianco, e questo è molto importante per noi. Anche le sanzioni alla Russia sono molto importanti, per fare pressione e trovare una soluzione diplomatica” ha concluso Shevchenko.