“Mi aspetto che la mia nazione faccia lo stesso passo di Svezia e Polonia”, ha dichiarato un commosso Nedved.
Il mondo del calcio non è certo rimasto indifferente nei confronti di quanto sta accadendo in Ucraina. Dopo la clamorosa decisione della Federazione polacca e di quella svedese – che hanno annunciato di non voler disputare il Playoff mondiale contro la Russia (per gli scandinavi si tratterebbe di un’eventualità, dovendo prima affrontare la Repubblica Ceca) – si aprono scenari che ora UEFA e FIFA dovranno valutare, con tutte le possibili conseguenze del caso.
Sembra avere le idee piuttosto chiare al riguardo Pavel Nedved, il vicepresidente della Juventus, che ha parlato ai microfoni di DAZN pochi minuti prima di Empoli-Juventus. “Oggi per me è difficile parlare di calcio e di essere concentrato al 100%, perché quello che sta succedendo in Ucraina lo sento. Io sono uomo dell’est, mi sento vicino alla gente dell’Ucraina perché sono cresciuto lì. Nessuno merita di soffrire, nessuno merita la guerra e nessuno la vuole”, ha esordito l’ex Pallone d’Oro.
“Ho parlato tantissimo con Szczesny e condivido il suo pensiero. Lo capisco perfettamentre, soprattutto quando ti tocca personalmente. Allegri gli ha chiesto se se la sentiva. In questo momento pensare al 100% al calcio è difficile. Io mi aspetto anche dalla mia Nazione che facciano lo stesso passo di Svezia e Polonia, che si sono espressi giustamente contro il giocare in Russia”, ha concluso il ceco.
Il portiere polacco della Juventus si era esposto in prima persona attraverso i suoi canali social rilasciando le seguenti dichiarazioni: “Mi rifiuto di giocare contro giocatori che scelgono di rappresentare i valori ei principi della Russia! Mi rifiuto di stare in campo, indossando i colori del mio paese e ascoltando l’inno nazionale della Russia! Mi rifiuto di prendere parte ad uno sport anche che legittima le azioni del governo russo. So che il mio impatto potrebbe essere solo simbolico, ma invito FIFA e UEFA ad agire e ritenere la federazione russa responsabile delle loro azioni”.