Giuseppe Bergomi respinge le critiche piovute sull’Inter in questa settimana.
“Non si può mettere in discussione il lavoro di Antonio perché la crescita della squadra è sotto gli occhi di tutti. E sono convinto che sia proprio Conte il valore aggiunto dell’Inter“. Giuseppe Bergomi ritiene ingenerose le critiche piovute sull’Inter, e in particolare sul tecnico Antonio Conte, negli ultimi giorni, a seguito della sconfitta in casa della Sampdoria.
Lo ‘Zio’, anzi, va controcorrente e individua nel tecnico salentino, nel corso di una lunga intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’, il profilo dell’uomo giusto per riportare un trofeo in casa nerazzurra: “Lo dice la storia della società: si è sempre vinto quando alla guida tecnica c’era un uomo forte, un leader. E Conte è esattamente l’uomo che serviva all’Inter per tornare in alto”.
Bergomi ha anche parlato della presunta ‘Lukaku-dipendenza’ dell’Inter, anche in questo caso offrendo un’opinione diversa da quella di molti addetti ai lavori: “Ogni squadra ha il proprio punto di riferimento. A proposito, chi è stato a fare di tutto per portare Romelu a Milano? Già per questa intuizione si dovrebbe sempre dire grazie a Conte. Lukaku è dominante, fa la differenza e ti trasforma la squadra. Ecco, questo è un altro punto fondamentale nella corsa scudetto: vincerà chi saprà sopperire meglio alle assenze dei big. Il Milan senza Ibra ha dimostrato di avere lo stesso un’identità precisa e vincente. La Juve senza Ronaldo ha perso punti con Crotone e Benevento, il Napoli senza Mertens e Osimhen produce tanto ma concretizza poco. E così anche l’Inter senza Lukaku va in difficoltà. Ci sarà equilibrio fino alla fine, vedremo chi sbaglierà di meno”.
A proposito di Tricolore, Bergomi considera ancora la Juventus come favorita per la vittoria finale: “Vedo sempre la Juve davanti a tutte, per qualità e profondità della rosa. Poi Inter, Milan e Napoli possono giocarsi le loro carte, ma tra loro si equivalgono. E pure Atalanta e Roma non sono certo lontane. Il problema dell’Inter per me in questo momento è il punto di partenza della critica: l’uscita dalla Champions ha portato a pensare che siccome ha fatto investimenti e ha un allenatore vincente, ora deve vincere per forza. Ma non è così”.