Per il momento bisogna accontentarsi del gioco, che migliora. Per la vittoria bisogna aspettare ancora, anche se all’orizzonte dell’Italia già domenica c’è una partita da non sbagliare, contro la Polonia in Nations League, pena la malinconica retrocessione nella Serie B della competizione. Intanto, però, gli Azzurri non riescono a battere neppure l’Ucraina di Shevchenko, che torna a casa con un 1-1 piuttosto largo per le tante occasioni create e non concretizzate dall’Italia, vittima però nel secondo tempo di un calo di energie fisiche e forse pure mentali, leggi sfiducia dopo aver incassato il pareggio immediato, con un tiro al volo di Malinovskiy, al 18’, otto minuti dopo il vantaggio firmato Bernardeschi con un sinistro sul quale Pyatov papereggia.
Nei minuti successivi è l’Ucraina ad andare più vicina al gol (traversa dello stesso Malinovskiy su punizione), ma nella prima ora di gioco si era vista solo l’Italia. Mancini può sorridere per l’intesa tra i componenti dell’attacco leggero, con Insigne tra Chiesa e Bernardeschi, e per l’intesa del nuovo centrocampo, dove Barella debutta con personalità e Verratti rientra in modo convincente, molto meno per le occasioni sprecate. Da Chiesa a Bernardeschi, fino a Bonucci e Insigne, di tiri nei primi 30 minuti ne arrivano molti, ma a volte si pecca di egoismo e alla fine il raccolto è misero. Il problema del gol resta il più urgente da risolvere.