Il leader del movimento “Milanisti non Evoluti”, Alessandro Jacobone, in un’intervista a Sportal.it parla del particolare momento vissuto in Casa Milan tra società e risultati in campo altalenanti.
Alessandro, partiamo dalla nota dolente. Il tuo Milan esce sconfitto in una gara definita da tutti abbordabile. Che impressione hai avuto dopo la partita persa ieri contro l’Empoli ? Quali sono i motivi di tanta discontinuità in casa rossonera?
Vengo subito al dunque senza tergiversare. Questo Milan ha delle buone basi dalle quali partire, questo è indubbio. Ma queste stesse basi hanno un piccolo bug che ciclicamente fa si che si approci alle partite nella maniera sbagliata. Questo bug è l’inesperienza dovuta alla giovane età di molti dei componenti della rosa. Se da un lato questo ci puo’ far ben sperare per il futuro, dall’altro crea seri problemi a Vincenzo Montella costretto a tenere alta l’attenzione dei ragazzi in qualsiasi gara. Non sempre gli riesce e di questo gliene faccio una colpa nonostante sia uno dei suoi primi tifosi. Questo Milan deve ruggire per tutti i novanta minuti, altrimenti si palesa un gattino bagnato che da forza e convinzione ad ogni avversario gli si presenti davanti, Empoli compreso. Nel siparietto avvenuto in conferenza stampa post partita tra Montella e Carlo Pellegatti, c’è a mio avviso una doppia verita’. Vincenzo ha chiesto al giornalista se ad inizio anno si aspettasse una stagione piena di emozioni come quella in corso; Pellegatti ha replicato dicendo di non sentirsi in colpa nel criticare una squadra sconfitta in un match abbordabile dopo averla vista uscire a testa alta da situazioni sulla carta assai più complicate.
Due lati di una stessa medaglia. Nessuno ha torto ma a perdere punti ieri è stato il Milan di Montella, non quello di Carlo Pellegatti.
Cerchiamo di migliorare il tuo umore. Esattamente dieci giorni fa festeggiavate l’ufficialità del closing nel quale hai sempre fortemente creduto anche nei momenti in cui sembrava che la trattativa stesse saltando. Come stai vivendo i primi giorni del nuovo corso e i primi passi della nuova dirigenza?
Parlare del closing migliora il mio umore dopo la terrificante prestazione di ieri pomeriggio. Vi ringrazio per la domanda a riguardo alla quale non posso che replicare sottolineando una profonda soddisfazione per l’epilogo di una vicenda che personalmente mi vede interessato da anni, ovvero il cambio di proprietà e dirigenza. Riguardo ai primi giorni di lavoro da parte della nuova dirigenza, posso confessarvi che sono rimasto piacevolmente stupito per l’operosità con la quale hanno iniziato. Che fossero in fermento per iniziare a lavorare senza più doversi nascondere in attesa di ufficialità, lo si era capito da tempo. Ma iniziare con tanta solerzia mettendo da subito le mani tra le “spine” di CasaMilan, dimostra che alle parole vogliano fare seguire i fatti. Capirete che questo non può che rendere felice il sottoscritto e i milioni di tifosi stanchi dell’aria stantia che si era creata negli ultimi anni.
Presente alla conferenza stampa di presentazione, che idea ti sei fatto di Marco Fassone e dei due rappresentanti della nuova proprietà rossonera?
La presenza di Yonghong Li e Han Li è stata in verità un obbligo istituzionale da rispettare sul quale non avevo posto aspettative particolari. Ho sempre affermato la mia certezza circa la loro esistenza. Forse avrà stupito maggiormente i suonatori della sinfonia de #IcinesiNonEsistono. Per quanto riguarda Marco Fassone, ha diretto un’ora di conferenza con la tranquillità con la quale Messi gestisce il pallone tra 4 avversari. Con voce chiara e concetti ben espressi, ha risposto con educazione ma decisione anche alle domande trabocchetto di chi alle sue spalle ha remato contro per mesi ed è miracolosamente passato al “Ciao Marco”.
Impressione positiva quindi. Da celebre influencer in ambito Milan, come ha reagito la tifoseria rossonera alle prime parole del nuovo amministratore delegato?
Non poteva che esserne che entusiasta. Il tifoso milanista ha apprezzato la genuinità dei contenuti espressi durante la conferenza. Nessuna frase di rito e chiarezza sui punti di maggior interesse per chi fa sacrifici ogni giorno per seguire la propria squadra del cuore. Trasparenza mancata negli anni passati e che il tifoso ha subito notato. Una risposta li ha particolarmente colpiti ed è stata quella relativa alle aspettative da parte degli investitori. Fassone ha replicato con decisione che i veri investitori ai quali dovrà rendere conto e dimostrare la bontà del lavoro dirigenziale, sono i tifosi del Milan. L’ha detto guardando tutti negli occhi, non c’è motivo di non credergli.
Possiamo affermare quindi con certezza che Adriano Galliani non ti manchi troppo, giusto?
Non corriamo questo rischio assolutamente. Primo perchè sono fautore di una linea di pensiero assai lontana dal suo recente modus operandi. Secondo poichè lo si puo’ trovare ancora in ogni dove, sui giornali e sugli spalti. Non mi sorprende che agisca ancora da pifferaio magico per vedere il suo nome accostato alle operazioni di mercato del Milan.
A proposito di Massimiliano Mirabelli, diverse sono le partite visionate dal nuovo DS rossonero. C’e’ chi lo ha accusato addirittura di viaggiare facendosi fotografare negli stadi di tutta Europa. Qual’e’ il tuo pensiero su un direttore sportivo dal lungo curriculum vitae composto però da esperienze nelle serie minori?
Essendomi a cuore le sorti del mio Milan per il quale sono addirittura sceso in campo per contestare la presidenza che mi aveva fatto vincere tutto, la prima cosa che ho fatto una volta venuto a sapere della sua possibile assegnazione della carica di DS, è stata quella di informarmi su di lui. Ho parecchie conoscenze nelle piazze dove lui ha esordito, lavorato e vinto. Tutti me lo avevano descritto come un gran lavoratore e gran conoscitore di giocatori. Vedere i giocatori dal vivo è sempre stata una sua abitudine. E’ un Direttore Sportivo e i giocatori si osservano sui campi, non sui video salvati sui cellulari degli amici agenti. Essere passati agli accordi “a tavolino” dopo anni di accordi presi “a tavola”, me lo fa apparire già simpatico di suo. Ma nel calcio sono i risultati figli di una giusta programmazione a porre stelle sul petto e trofei in bacheca. Lavoro e trasparenza è quello che chiede il tifoso. Per il momento benvenuti ad entrambi e buon lavoro.