“C’è chi in 10 anni non ha vinto nulla”.
Intervenuto al Salone del Libro di Torino, Pavel Nedved si è tolto qualche sassolino dalla scarpa: “Siamo stati criticati negli ultimi due anni per i risultati ma spero che tutti si siano accorti che abbiamo portato uno scudetto, due coppe. E altri in 10 anni non hanno vinto niente. Va bene la critica, ma sia giusta. Siamo abituati, conviviamo con la pressione di dover vincere. Siamo abituati e non ci tocca. Chi vuole giocare e lavorare alla Juve deve essere consapevole. Essere forte internamente e non deve avere paura”.
Parlando dello Juventus Stadium: “E’ lo stadio in cui la Juve è davvero la Juve. Per tutti noi significa grandissimo orgoglio. Dover dare a questa società, supportare questa società. Affinché mantenga lo status di eccellenza. Possiamo viverla sulla nostra pelle allo Stadium. Felicità e orgoglio nel rappresentarla. E’ tra i simboli della società. Rappresenta la casa. Ma non solo per noi, ma credo per tutti i tifosi, che vengono allo stadio e la sentono come la propria casa. Vengono a tifare la propria squadra. Quest’appartenenza è talmente forte e importante. Ed è importante che la sentano proprio la squadra e i giocatori. Devono offrire ai tifosi la loro passione, qualcosa di speciale. E avere voglia di offrire alla gente che va allo stadio per divertirsi”.
In chiusura, il vicepresidente della Juventus ha parlato degli episodi razzisti “La strada giusta è quella di individuarli, giustissima. Abbiamo un impianto con telecamere, tecnologia, riusciamo a identificare questi soggetti, a dare una mano, a punirli. Credo che tutti debbano farlo. Sono investimenti, pochissimo rispetto a quanto si spende. E’ il minimo per il mondo di oggi”.