Continua a far discutere la proposta della Lega Serie A di non assegnare lo scudetto e bloccare le retrocessioni qualora una risalita dei contagi da coronavirus dovesse interrompere definitivamente la stagione. Una possibilità che ha fatto infuriare il presidente del Benevento, Oreste Vigorito, che ha detto la sua in maniera durissima nel corso di un intervista rilasciata al ‘Corriere dello Sport’.
“Dopo la delibera della Lega di A ho pensato ai fuochi d’artificio a Capodanno – ha esordito il presidente dei sanniti -. Ma il 31 dicembre i fuochi te li aspetti, mentre quando senti i botti a inizio giugno pensi di ritrovarti in mezzo a un carnevale ritardato in cui qualcuno si è tolto finalmente la maschera. Blocco di retrocessioni e promozioni, siamo al blocco dei cervelli e della dignità”.
“Tre mesi fa fui molto chiaro – ha spiegato Vigorito -: il Benevento è disposto ad accettare qualsiasi decisione, a condizione che sia nell’interesse del calcio. Ma se a prevalere sarà una lobby, la stessa che in questo periodo sta mettendo in difficoltà la ripartenza, prevedo spiacevoli conseguenze. L’unico criterio che riconosco è il merito sportivo, è la prova del campo. Devo accettare che il Brescia resti in A con 16 punti e il Benevento in B con 69, due e mezzo a partita, quasi cento potenziali? Il Covid è vissuto da molti come una tragedia e da altri come un’opportunità, lo trovo inaccettabile”.
“I presidenti che pensano di poter cancellare con un colpo di spugna gli errori commessi in sede di mercato o di gestione della stagione si sbagliano di grosso – ha chiosato il presidente del club capolista della cadetteria -. Il confine della sportività, del merito e del buonsenso non deve essere mai superato. Nel caso in cui prevalessero gli interessi della lobby il Benevento uscirebbe dal calcio e i Vigorito se ne andrebbero”.
“Siamo nel calcio da tanti anni, siamo stati vittime di scandali calcistici, abbiamo subito di tutto e siamo rimasti in silenzio. Ma a tutto c’e’ un limite – ha poi aggiunto -. Allora niente Europa per le prime sei o sette della A, non esiste un Covid per i ricchi o presunti tali e un Covid per i poveri”.