Nell’estate piena di ricorsi del calcio italiano, c’è stato spazio anche per una situazione anomala come quella della Viterbese. La società del presidente Camilli è infatti entrata in “sciopero” dopo essere stata inserita nel girone C di Serie C, scelta che non è piaciuto al numero uno della società laziale ed è a tutti gli effetti l’unica società professionistica italiana a non aver ancora giocato una partita di campionato, essendo scesa in campo solo in Coppa Italia contro la Sampdoria.
In questo caso, quindi, non c’entrano tribunali o considerazioni in punta di diritto, o comunque c’entrano marginalmente, dato che la collocazione delle squadre nei gironi, che ha fatto arrabbiare Camilli, è dipesa anche dai mancati ripescaggi delle società ricorrenti, Catania, Novara, Pro Vercelli, Siena e Ternana.
Proprio per questo la Lega Pro ha fatto il punto della situazione attraverso un comunicato molto duro nei confronti della Viterbese, firmato dal direttore generale Francesco Ghirelli:
“Una precisazione senza voler fare alcuna polemica. Solo la Lega Pro decide in che girone e con quale calendario le squadre devono giocare. E tanto in ragione di quanto disposto dallo Statuto della FIGC e dalle NOIF. Nel caso di specie la Viterbese ha impugnato innanzi al Tribunale Federale la decisione della Lega Pro di includerla nel girone C. La Lega Pro si è costituita nel relativo giudizio da un lato rendendo evidente che i criteri di compilazione dei gironi erano oggettivi e logici e, per di più, gli stessi utilizzati negli anni precedenti, dall’altro rilevando che nel caso in cui all’Entella fosse stato riconosciuto il diritto alla riammissione in serie B, i gironi sarebbero stati rivisitati con conseguente collocazione della Viterbese nel girone A. Il tribunale federale ha accolto la tesi della Lega respingendo il ricorso della Viterbese. Successivamente alla pronuncia del Tribunale Federale, il decreto Giorgetti 115/2018 ha riaperto la possibilità dei ripescaggi e quindi anche in quel caso, ove fossero accolti i ricorsi delle squadre a tanto interessate, la Viterbese, sempre in applicazione dei criteri che hanno guidato la Lega Pro nella compilazione dei gironi, dovrebbe essere collocata in altro girone e non nel girone C. Questo compete alla Lega Pro”.
“Cosa compete alla Viterbese? Decidere di non aspettare il termine delle definizioni riammissione o/e ripescaggi e valutando il danno tecnico-sportivo della lunga inattività chiedere attraverso formale richiesta, di giocare nel girone C. Richiesta accompagnata da malleva nei confronti della Lega Pro che ,ove si verificasse una delle condizioni prevista da riammissione e/o ripescaggi, e che avrebbe quale conseguenza la inclusione della Viterbese in girone diverso dal girone C, di nulla dovrà la Lega Pro essere chiamata a rispondere. A quel punto la Lega deciderà se riprendere a far giocare la Viterbese. Ritengo che una tale richiesta verrebbe accolta dalla Lega. Questa è stata la ragione che ha spinto e che spingerà la Lega Pro a costituirsi in giudizio in tutti quei procedimenti che possono consentire di velocizzare il processo di definizione di questa situazione che tanti disagi e danni sta portando ai nostri club e riportare ad una piena regolarità i campionati”.