Una bufera rischia di abbattersi sul mondo rossonero. Secondo quanto riporta la Stampa, la Procura di Milano avrebbe aperto un’inchiesta sulla cessione del Milan all’imprenditore cinese Yonghong Li. Sarebbe stato ipotizzato il reato di riciclaggio.
Secondo il quotidiano torinese, i magistrati avrebbe avviato l’indagine dopo aver constatato che la vendita del Milan era avvenuta ad un prezzo di almeno 300 milioni di euro (su 720) superiore al reale valore della società. Da lì erano partite una serie di verifiche per accertare il percorso dei flussi finanziari. Infine, “in gran segreto, nei giorni scorsi, i pm – scrive La Stampa – hanno avviato un’inchiesta che tra le varie ipotesi comporta anche verifiche sul reato di riciclaggio”.
A coordinare l’inchiesta, il pm Fabio De Pasquale, lo stesso che in passato aveva indagato Berlusconi per la frode fiscale sui diritti tv ma che lo aveva anche difeso nella vicenda della scalata ostile di Vivendi a Mediaset.
“Voci sulla compravendita ne giravano da tempo tanto che l’estate scorsa l’avvocato Niccolò Ghedini aveva consegnato in procura i documenti per attestare la regolare provenienza del denaro cinese. Alla base dell’apertura dell’inchiesta avvenuta poche settimane fa ci sarebbero nuovi documenti che dimostrerebbero esattamente il contrario”, scrive La Stampa.
“Da dove sia partita la svolta, al momento non è ancora chiaro. Una traccia, si deduce, che risalirebbe ai reali flussi di denaro partiti da Hong Kong”.