La tristissima storia dello Zaire ai Mondiali di calcio
E’ davvero triste la storia dello Zaire ai Mondiali di calcio. L’uomo simbolo della squadra africana Ilunga Mwepu, che divenne celebre, suo malgrado, in Germania Ovest nel 1974 e che è scomparso qualche anno fa. Fu lui infatti il calciatore che contro il Brasile prese un’ammonizione per essere partito dalla barriera e aver scalciato lontano un pallone che Rivelino avrebbe dovuto tirare su calcio di punizione.
Un episodio che poteva sembrare comico, ma che in realtà nascondeva una situazione di altissimo dramma. Lo Zaire si era infatti qualificato a quel Mondiale su grande spinta del generale Mobutu, che controllava con il pugno di ferro il Paese e vedeva nello sport il veicolo ideale per la sua propaganda.
Lo Zaire era però stato pesantemente sconfitto dalla Jugoslavia: 9-0. E gli scagnozzi di Mobutu erano stati chiari: “Se contro il Brasile prendete più di 3 gol per voi e le vostre famiglie si mette male”. E la punizione fischiata dall’arbitro Nicolae Rainea arrivò proprio sul 3-0 per la selezione guidata da Mario Zagallo, deceduto nei giorni scorsi.
Nella prima partita in assoluto in una fase finale di una rassegna iridata la compagine africana era stata onorevolmente battuta per 2-0 dalla Scozia, grazie alle reti messe a segno da Lorimer e da Jordan, lo ‘Squalo’, con un colpo di testa a dire il vero tutt’altro che irresistibile. Poi, però, arrivò la batosta con gli slavi.
In quanto alla propaganda di Mobutu non si può dimenticare il match del secolo di boxe andato in scena il 30 ottobre 1974 a Kinshasa, il ‘Rumble in the Jungle’, vinto da Muhammad Ali contro George Foreman dopo una battaglia diventata leggendaria tanto da ispirare libri, film e documentari.