Il Lecce ha comunicato che tutti i giocatori della prima squadra sottopostisi al tampone prima della ripresa individuale degli allenamenti in vista del possibile ritorno del campionato sono risultati negativi.
Per i giallorossi sembra quindi meno lontano l’obiettivo, espresso dal presidente Saverio Sticchi-Damiani subito dopo lo scoppio della pandemia, di conquistare la salvezza sul campo e non a tavolino.
Sul tema ha preso la parola uno dei leader del gruppo, il capitano Marco Mancusu. Il fantasista, intervistato da ‘Rai Sport’, ritiene che ricominciare sia inevitabile, oltre che giusto: “Anche tra di noi c’è chi ha più paura, chi non vorrebbe e chi invece freme dalla voglia di ripartire, ma alla fine non può non prevalere il senso di ripartire: c’è da correre un rischio calcolato, secondo me lo dobbiamo correre”.
“Spero che con l’accordo dei medici si possa ripartire, in caso contrario andremmo incontro a un’estate di corsi e ricorsi e non andrebbe bene – ha concluso Mancosu – La questione meritocratica deve prevalere sempre, sennò non c’è giustizia”. Il rischio è sempre quello di un giocatore trovato positivo dopo l’eventuale ripresa del campionato”.
Non troppo diverso il parere di Jacopo Petriccione, intervistato da ‘Tuttocalciopuglia.com’: “Dopo due mesi che stai a casa, in cui è stata tosta, soprattutto, mentalmente, tornare a fare attività all’aperto, seppur individualmente, è già stato tanto. Spero che prendano una decisione al più presto. L’incertezza non fa bene a nessuno. Lavorare così non va affatto bene”.