La quarta avventura italiana della carriera di Michel Morganella, dopo quelle con Novara, Palermo e Padova, non è stata felice. La stagione del Livorno è stata disgraziata e in particolare l’esterno svizzero ha vissuto momenti molto difficili, come rivelato in un’intervista ripresa dal ‘Tirreno’.
“Quest’anno si sono accumulati tanti piccoli problemi, mi sono sentito preso in giro dalla società, mi hanno fatto passare sempre da colpevole. E invece i problemi erano altri. Forse a qualche dirigente non piacevo per i tatuaggi e la barba. A chi? Niente nomi. Nell’ambiente però circolavano messaggi vocali su di me, storie false sulla mia vita. Qualcuno non mi ha portato rispetto”.
Lo svizzero ha anche raccontato un episodio avvenuto durante il ritiro estivo: “Il terzo giorno un dirigente si avvicina e mi chiede. ‘È vero che hai il tatuaggio di una svastica sulla schiena?’. Che affronto… Dovetti togliermi la maglietta davanti a tutti per dimostrare che erano cavolate. Ho sempre pensato a Livorno come una piazza di primo piano in Italia, e sinceramente lo penso ancora, ma la società non è più all’altezza. Con i campi abbiamo avuto problemi per tutto l’anno: una squadra di serie B costretta a venir via dal Coni per un po’ di pioggia e ad allenarsi nei campettini… Scene mai viste. Ho cercato di dare il massimo, è stata una stagione negativa per tutti”.
Poi sull’annata fallimentare sul piano tecnico: “Ci sono stagioni che vanno bene e altre in cui le cose non girano. Pensate che io a Palermo, qualche anno fa, sono retrocesso in B con compagni di squadra come Ilicic, Miccoli e Kurtic. Dipende tutto dalla società alle spalle e da come si muove durante l’anno”.