Luciano Spalletti spiega la convocazione di Nicolò Fagioli

Le parole di Luciano Spalletti

Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa in vista di Euro 2024, con i pre-convocati del commissario tecnico della Nazionale che hanno raggiunto il ritiro a Coverciano. “In Nazionale si ragiona diversamente, siamo sempre convinti di poter star bene, possiamo pescare tra tanti elementi. Se iniziamo a chiederci cosa ci manca, iniziamo male – ha esordito sulle assenze di Acerbi e Zaniolo -. Pensiamo di avere a disposizione tutto quello che serve per far bene”.

Quindi ha spiegato la convocazione di Nicolò Fagioli: “È innanzitutto una scelta tecnica. Fagioli ha creatività ed estro. Dal punto di vista umano ha detto delle belle cose. Penso meriti anche comprensione, è stato in preda di una tentazione. Zaniolo? Spero di ritrovare qualcosa di lui in altri calciatori”. 

Oltre ad Acerbi, out per infortunio, Spalletti dovrà escludere altri tre giocatori dai 30 pre-convocati: “Il criterio è continuare a guardare quello che ci serve. Acerbi è un giocatore di grande esperienza. Ma non è detto che, vista la sa uscita, le prossime saranno di un centrocampista o di un attaccante. I giocatori possono uscire da qualsiasi settore. Saranno scelte difficili e dolorose, ma fa parte del ruolo. Lasciare a casa qualcuno è una cosa mi uccide”.

Su Scamacca: “Chi ha costruito qualcosa di differente in Scamacca è Gasperini, non io. Lui lo aveva lì, tutti i giorni e ad ogni allenamento. Io voglio vedere sacrificio, i nostri valori; noi italiani siamo gente che lavora per costruire il futuro, anche io parto da questi stessi concetti. E Scamacca per certi versi non mi era piaciuto, e infatti lo avevo lasciato fuori. Ne ho a disposizione tanti e, se qualcuno non dà più del massimo, diventa difficile. Ultimamente Scamacca ha fatto vedere una grande crescita, prestazioni, gol, continuità. Ha stazza e creatività… a volte è un po’ pigro. Serve che perda un po’ di pigrizia, magari l’ha persa…”

“Alla squadra ho detto che una cosa deve essere chiara: l’orgoglio di vestire questa maglia, quella in cui si riconosce un Paese intero. Certo, facciamo un mestiere con molti privilegi, ma dobbiamo far capire che abbiamo tutti a cuore la stessa causa. Possiamo moltiplicare le attese e le emozioni di tantissime persone. Dobbiamo respirare il loro respiro. Dobbiamo promettere a tutti che saremo degni della fortuna che ci è toccata. Poi ha chiuso il discorso il nostro campione, che abbiamo preso dalla bacheca della nostra storia, cioè Gigi Buffon. Vi dirà lui cosa ha detto, circa un episodio vissuto in prima persona durante un Mondiale”.

Infine, ha spiegato l’esclusione di Bonaventura: “Bonaventura mi piange il cuore ad averlo escluso, è squisito come uomo e giocatore. Ma devo stare attento anche ai momenti dei calciatori, a quello che mi manca nella totalità della squadra; non servono undici calciatori forti, ma un collettivo forte. Accostarlo a Bellingham è un po’ azzardato, anche se io sto sempre coi miei calciatori. Jack l’ho visto col fiato tirato, e come composizione di rosa potevo aver bisogno di altro. Sicuramente è uno di quelli che continua a rientrare nel gruppo nazionale” e di Locatelli: “E’ un altro dispiacere che ho, è uno degli aspetti che mi mette in difficoltà. È una persona seria, ha qualità difensive eccezionali e buon piede, forse è un po’ troppo conservativo per dove sta andando il ruolo. Probabilmente nelle prossime convocazioni lo porterò, anche lui fa parte del gruppo nazionale. Gli chiedo scusa ancora”.

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