Il passato di Mario Balotelli
In Inghilterra non hanno dimenticato Mario Balotelli.
Les Chapman, ex magazziniere del Manchester City, ha svelato al podcas Ninety Three Twenty un paio di retroscena degli anni (2010-2013) del Manchester City. “Una volta giocavamo contro la Dinamo Kiev e Balotelli è stato espulso dopo venti secondi. Rientrato negli spogliatoi, è rimasto seduto davanti al suo armadietto restando in silenzio. Poco dopo è arrivato Mancini che ha iniziato a imprecare in italiano contro di lui, agitando le braccia ed essendo quasi posseduto. Stava per tornare in campo per seguire la partita quando è incappato nella borsa di Costel Pantilimon (ex giocatore del City). L’ha raccolta, si è girato e l’ha lanciata verso Balotelli, che si è abbassato di scatto lasciando che l’oggetto rimbalzasse sull’armadietto. Mancini gli corre nuovamente incontro, urlando nuovamente in italiano e penso ‘Mario, colpiscilo’. Mi sono messo in mezzo per evitare che iniziasse una lite ma in quel momento Mancini si è voltato ed è tornato a seguire la partita. Mario aveva abilità fantastiche ma non sarà mai un giocatore per la squadra, in effetti penso che l’assist ad Aguero sia stato l’unico…”.
Chiosa sulla maglietta ‘Why always me?’: “Alla vigilia Mario mi ha detto che voleva preparare una maglia per il derby, gli ho detto: ‘ok ma niente di offensivo verso i tifosi dello United o cose così’. Mi ha fatto un paio di proposte, che gli ho bocciato e allora ha detto: “e perché sempre io? (why always me, ndr)’. In quel momento ho capito che quella fosse la frase giusta. Il problema è che invece di semplicemente alzare la divisa per mostrare la maglia a tutti, se la alzò sopra la testa ricevendo un’ammonizione. A quel punto Mancini ci disse: ‘basta, non stampare più quella maglietta”.