Tutto in una notte per il Torino e Sinisa Mihajlovic, che si gioca la permanenza sulla panchina granata nel posticipo contro il Cagliari.
La vittoria manca da 5 partite, ma è soprattutto il livello delle prestazioni a preoccupare società e tifosi.
Dopo le dichiarazioni successive alla sconfitta contro la Fiorentina, che avevano fatto pensare a una resa del tecnico serbo, ecco che alla vigilia della gara della verità Mihajlovic recupera la determinazione dei giorni migliori: “Quando sento fiducia, sono più forte, ma io ho sempre avuto la coscienza a posto. Ho passato gli ultimi giorni dormendo poco e riguardando le partite e pensando a cosa fare negli allenamenti. Conosco i rischi del mio mestiere, contano solo i risultati, se vinci sei bravo, se perdi o pareggi no. Il mio destino è legato alla società, so che contano i risultati. Ora siamo dalla parte destra della classifica, ma sono fiducioso, se fai due-tre risultati positivi in un attimo sei lì dove devi stare. Vincendo domani si va a 16 punti, magari si sta a pochi punti dall’Europa League. Il nostro obiettivo non è lo Scudetto, ma lottare per un posto in Europa e magari riuscirci. L’importante domani è vincere e rimettere in carreggiata il Toro”.
“Quest’anno io non volevo più arrabbiarmi perché dovevamo passare alla fase 2, lavorando sui particolari, con una squadra più matura, perché abbiamo preso giocatori di carattere che dovevano e potevano aiutare i compagni. All’inizio è stato così, poi dal Verona si è inceppato qualcosa. E allora dobbiamo ripassare alla fase 1, dove si parla di atteggiamento, del dna del club. La rassegnazione non è il dna del Toro, ma lo è la rabbia. Mi prendo le mie responsabilità perché ho sbagliato alcune valutazioni. Ma voglio che sia chiara una cosa: io vi posso raccontare minuto per minuto le notti insonni che passo quando il Toro non vince. Quando il Toro perde io la notte non dormo, mi riguardo le partite più volte. E al mattino, per scaricare la rabbia, vado a correre 15 km. Io pretendo dai giocatori che abbiano la stessa mia rabbia, e questo sin qui non è successo. Non va bene che perdiamo ed è tutto come se non fosse successo nulla. Domani mi aspetto una reazione. Dal punto di vista tecnico-tattico non siamo mai stati dominati da qualcuno. E’ un problema di atteggiamento: di voler vincere a tutti i costi. E’ questo quel che ci è mancato. Domani mi aspetto undici giocatori assatanati che vogliono vincere la partita. E’ l’unica cosa che mi interessa”.
Mihajlovic va poi nello specifico dei motivi del crollo in termini di gioco e risultati: “Abbiamo pensato che quest’anno siamo più forti, che il gol sarebbe prima o poi arrivato, ma non è così. Tu puoi essere più bravo tecnicamente, ma se non metti in campo la giusta rabbia, non vinci. Su questo abbiamo battuto tanto l’anno scorso, pensavo i ragazzi lo avessero capito, invece mi sbagliavo”.
Qualcosa nel rapporto con la squadra comunque non funziona e allora ecco che si prevedono novità…: “Non ho avuto alcun confronto con i ragazzi. Io parlavo, loro stavano zitti. Abbiamo molti assenti, ma ho poco da rimproverare alla squadra, i ragazzi si allenano sempre con intensità e voglia. Comunque qualcosa cambierò perché non tutti mi stanno dando ciò che mi aspetto: servirà un altro spirito. Belotti? Vediamo, ma non possiamo permetterci di correre rischi”.