Sconfitta amara. Sinisa Mihajlovic è scuro in volto, quando si presenta ai microfoni di Premium Sport, durante la trasmissione ‘Serie A Live’. Il tecnico del Milan, punito da un guizzo di Dybala, analizza la gara dello Juventus Stadium: “Abbiamo fatto una buona fase difensiva ma siamo mancati in attacco: abbiamo sbagliato troppi passaggi in uscita e giocato male sulla trequarti – ha esordito l’ex Sampdoria -. Ho messo in campo una squadra offensiva perché volevamo giocarci la partita. La partita è stata equilibrata: hanno avuto la supremazia territoriale, ma il gol è arrivato su un nostro errore. Potevamo e dovevamo fare qualcosa di più nella fase offensiva. La Juve è una squadra forte, non è facile per nessuno giocarci contro: abbiamo cercato di contenere e ripartire, ma in uscita abbiamo commesso qualche errore”.
Un gol è bastato a mortificare i suoi, parsi poco convinti dopo lo svantaggio: “Fa parte del processo di crescita, qui sapevamo sarebbe stato difficile. Dopo aver subito gol abbiamo avuto una reazione, ma era poca roba: dovevamo fare di più”.
Tra le note positive della serata, c’è sicuramente la prestazione di Alessio Cerci, in grande spolvero. Eppure, durante la partita, Sinisa sembrava rimproverarlo spesso: “Mi sono arrabbiato perché veniva a prendere la palla sempre sul corto, mentre ogni tanto doveva anche cercare la profondità, ma fra quelli in attacco è stato il più pericoloso, l’unico che ha creato qualcosa”.
La ricetta per ripartire dopo una sconfitta è sempre la stessa: “Lavorare. Ogni partita fa storia a sé. Con questo modulo abbiamo trovato un equilibrio difensivo, ma dobbiamo ancora migliorare la fase offensiva, rischiare anche qualcosa in più in certe situazioni. I nostri attaccanti spendono molte energie perché sono i nostri primi difensori e quindi perdono un po’ di lucidità davanti, ma hanno ugualmente le qualità per fare le due fasi”.
E gli obiettivi stagionali, nonostante una battuta d’arresto, non cambiano e non vengono ridimensionati: “Ne parleremo a fine anno, a ogni modo l’obiettivo è quello iniziale: arrivare tra le prime tre.”