Milan, le parole di Stefano Pioli e Mike Maignan
Ecco le dichiarazioni di Stefano Pioli e Mike Maignan al termine della partita vinta con l’Udinese per 3-2 e caratterizzata anche, purtroppo, da “buuu” razzisti nei confronti dell’estremo difensore dei rossoneri, a causa dei quali la partita è stata sospesa per cinque minuti nel primo tempo.
Parola a Pioli: “Sono fiero di allenare una persona come Mike così fiera, corretta e orgogliosa. È ora di finirla di sentire certe cose allo stadio: gli ignoranti devono stare a casa”.
“Nel primo tempo dovevamo fare qualche gol in più, dal nulla abbiamo preso due gol. Poi è arrivata la dimostrazione che quando continui a crederci, si possono trovare risultati importanti. Sapevamo che sarebbe stata una partita sporca, l’abbiamo interpretata bene dimostrando grande carattere. Non dobbiamo pensare a maggio, ma solo al Bologna“.
“Inter e Juve viaggiano a un ritmo così alto che diventa difficile pensare a qualcosa che non siamo noi stessi. Leao? I numeri dicono che è diventato un giocatore più associativo. Abbiamo cambiato modo di condurre le partite e per lui gli spazi sono minori”.
”Facendo un’analisi complessiva, negli scontri diretti siamo stati meno performanti rispetto alla scorsa stagione, abbiamo perso dei punti e dopo la seconda sosta si è creato distacco: ma queste vittorie ci devono dare ancora più fiducia e convinzione. Le prossime 100 vittorie ancora col Milan? Speriamo…”, conclude Pioli.
Ecco Maignan: “Nel primo tempo, quando sono andato a prendere il pallone dietro la porta, ho sentito i versi della scimmia e non ho detto nulla. Poi l’hanno rifatto, così ho chiamato il quarto uomo e ho spiegato cosa fosse successo. Così non si può giocare. Non è la prima volta, dobbiamo dare un messaggio importante. Un segnale”.
“Ora come ora non vorrei parlare con le persone che hanno fatto questo, non servirebbe a nulla. Per aiutare tutti i giocatori che subiscono quanto ho subito io, serve una punizione. Si tratta di ignoranti, devono stare a casa. I veri tifosi vengono allo stadio per tifare, queste cose nel calcio non possono succedere”.
“Non volevo rientrare, il nostro è un grande club e abbiamo un grande gruppo. Sono venuti tutti da me, e dopo siamo entrati in campo per vincere la partita. La risposta giusta era ottenere i tre punti. Ora come ora non guardo la classifica, andiamo avanti partita dopo partita. È la seconda gara del girone di ritorno e sappiamo quanto è importante per noi”.
“La Procura deve prendere una posizione molto forte, anche perché a volte non succede niente. Noi giocatori, invece, dobbiamo e possiamo dare un segnale molto forte”.