Giappone e Senegal confermano le buone impressioni destate nel match d’esordio salendo a quota 4 punti nel gruppo H che comprende anche Colombia e Polonia, favorite della vigilia, ma ora a grande rischio-eliminazione. Finisce 2-2, ma i rimpianti sono tutti per gli africani che a Ekaterininburg si fanno rimontare per due volte, evidenziando quelle lacune difensive mascherate nel match d’esordio. Il Senegal gioca meglio e sembra superiore, ma dopo il vantaggio firmato al 12’ da Manè, che sfrutta una papera di Kawashima su tiro di Sabaly, la squadra di Cissé smette di giocare lasciando troppo spazio al Giappone che pareggia al 34′ con Inui, il cui destro a giro su invito di Nagatomo, uno degli ex italiani protagonisti, fissa il primo pareggio che si mantiene all’intervallo anche a causa dell’erorraccio di Niang, sciagurato nello sprecare solo davanti al portiere giapponese.
Il Senegal comincia forte anche la ripresa, ma l’attaccante torinista si ripete, così il Giappone prende campo e sfiora il vantaggio con Osako e Inui (traversa), prima di andare ancora sotto al 27’ quando Wague insacca dalla destra su cross dell’altro terzino, lo scatenato Sabaly. Sembra finita, ma Nishino azzecca i cambi mandando in campo Okazaki e Honda e al 32’ la parità definitiva la firma l’ex milanista, cui basta spingere in porta un cross dell’altro subentrato su uscita a vuoto di Ndiaye. Honda diventa così il primo giapponese della storia ad andare a segno in tre edizioni diverse dei Mondiali. Gli ultimi assalti senegalesi vanno a vuoto, ma il pari può far comodo a entrambe.