Giunto agli ottavi accompagnato dagli strali della critica, e del Senegal, per la discutibile melina con cui si era chiusa la partita contro la Polonia valsa la qualificazione in virtù del miglior coefficiente Fair Play, il Giappone si rende protagonista della più classiche delle imprese al contrario, un vero e proprio harakiri, buttando via la partita contro il Belgio che la squadra di Nishino stava vincendo per 2-0 al 20’ della ripresa. Saranno quindi i ‘Diavoli Rossi’ a sfidare il Brasile nel quarto di finale di venerdì a Kazan alle ore 20. Finisce 3-2 una partita che da una parte conferma il potenziale d’attacco della squadra di Martinez, dall’altro non ne cancella i dubbi riguardo agli equilibri generali di squadra, difficili da trovare visto l’elevato numero di giocatori d’attacco presenti nella formazione titolare. Il Belgio fa la partita per i primi 50’, ma riesce a sfondare solo con un tentativo dalla distanza di Hazard.
Poi, in avvio di ripresa, l’uno-due che sembra chiudere la gara: al 2’ la sblocca Haraguchi in contropiede, all’8’ una magia di Kagawa offre a Inui il destro per il gol che manda al tappeto il Belgio, sfortunato al 4’ nel palo di Hazard. La buona sorte però si ricorda subito di Lukaku e compagni che tornano in partita grazie alla strana palombella di Vertonghen, che al 20’ sorprende l’incerto Kawashima. Sarà questa la rete decisiva, perché il Giappone non riuscirà a gestire la situazione. Il resto lo fanno i cambi di Martinez, che al 73’ viene ripagato dal 2-2 di testa del subentrato Fellaini su cross di Hazard. Supplementari in agguato, ma le squadre non si accontentano e si allungano: al 93’ il Giappone si fa trovare scoperto e si fa infilare in contropiede da Meunier che offre a Chadli, anch’egli entrato a gara in corsa, il pallone della vittoria e del sogno che continua.