Stefano Sensi ha parlato dell’infortunio: “Mi sono chiesto: perché ancora a me?”.
Il centrocampista del Monza Stefano Sensi in un’intervista al Corriere della Sera è tornato a parlare del suo infortunio: “Più che un pianto dettato dal dolore era causato dalla paura. Avevo sentito l’osso spezzarsi, da subito ho avuto la percezione di un infortunio grave. Peraltro con tutti gli stop muscolari che ho sopportato, è il primo incidente di tale natura”.
“A essere sincero ho temuto il peggio, non che una frattura malleolo peroneale sia un infortunio di poco conto. Non è questione di sentirsi o meno in credito con la sorte ma mi sono proprio chiesto ‘perché?’, ‘perché ancora a me?'”.
Sensi non si arrende: “È proprio cambiato radicalmente il mio approccio al lavoro. Ho mutato alimentazione, sto attento alla prevenzione e al recupero. Mi hanno aiutato i fisioterapisti ma in particolare un professionista, Samuele Fenu, che mi supporta sotto diversi aspetti, coordinandosi con le strutture del club e con Jean Pierre Meersseman. Cura anche l’aspetto mentale, che è fondamentale. Quando ti fai male spesso, anche a guarigione avvenuta, subentra il terrore di infortunarsi di nuovo. Si entra in un circolo vizioso pericoloso”.