Massimo Moratti, il giorno dopo la morte di Guido Rossi, ha ricordato l’amico ed ex commissario Figc: “Era una persona di grande spessore. Curiosissimo e brillante. Ci volevamo bene. Ci siamo conosciuti per motivi professionali. Da lì è nata una frequentazione amichevole. Faceva impressione vedere la sua rete di contatti in Europa e nel mondo. Era stimatissimo ovunque. Considero una fortuna aver potuto confrontarmi con la sua ricchezza culturale”.
“Lo scudetto 2006? Quella fu una conseguenza del ruolo da commissario Figc, che accettò con grandissima serietà e impegno. Decise di assegnare lo scudetto all’Inter dopo essersi affidato a grandi giuristi. D’altronde i processi successivi hanno confermato che fece tutto in modo corretto. La sua onestà era tale che non si sarebbe fatto condizionare. Ma durante i mesi da commissario straordinario Figc non ci sentimmo mai al telefono. Ho smesso di chiamarlo dal conferimento dell’incarico fino al termine del commissariamento. Non volevo interferire in alcun modo”, ha aggiunto l’ex presidente dell’Inter a Repubblica.
Sul Mondiale: “Nutriva stima particolare per Buffon e per gli altri juventini colonne di quella squadra azzurra. Era rimasto colpito dalla capacità dimostrata da quei giocatori nell’affrontare il contraccolpo di Calciopoli, guidando l’Italia al trionfo in Germania. Li considerava professionisti bravissimi”.