Può una vittoria ottenuta allo scadere dopo essere stato virtualmente l’ex allenatore del Manchester United per un’ora abbondante placare la furia di José Mourinho verso i media che solo poche ore prima avevano dato per certo il suo esonero anche in caso di successo sul Newcastle?
Domanda retorica, come retorico è chiedersi se il tecnico portoghese al termine del rocambolesco 3-2 sui Magpies abbia parlato della partita: “Ho 55 anni, ma è la prima volta che vedo una caccia all’uomo simile. Io sono maturo, so gestire e convivere con situazioni simili, ma alcuni ragazzi come Rashford e McTominay sono vittime di questa situazione, sono giovani ed erano impauriti”.
Qualche parola sulla paritita arriva: “Non credo si possa parlare di fortuna, la vittoria è meritata, specie per i tifosi che in questa dinamica di caccia all’uomo potevano far tutto, invece ci hanno sostenuti. Nell’intervallo ci siamo promessi non di vincere la gara, ma di dare tutto e toglierci la paura di dosso”.
E adesso? La squadra, data per ostile all’allenatore, sembra aver dato un altro tipo di risposta: “Se la squadra ha giocato per me? I calciatori non giocano per il manager, non sarebbero buoni professionisti se lo facessero. Se hanno uno che non gradiscono che cosa possono fare. Tu lavori per te, per la tua professione. Io chiedo ai giocatori di dare tutto, non devono lavorare per il loro tecnico”.