Nations League, Italia, Luciano Spalletti vuole continuare il trend di settembre
Non si può cancellare la pagina estiva culminata con la debacle europea, ma l’Italia può continuare a vincere per tentare di voltare pagina. E così dopo i successi in trasferta contro Francia e Israele, in un Olimpico che si avvicina a quota 40mila spettatori arriva il Belgio.
Terza gara del girone di Nations League che Luciano Spalletti definisce “spartiacque”. E i motivi sono diversi perché un successo lancerebbe gli azzurri a punteggio pieno verso i quarti di finale, ma soprattutto gli permetterebbe di presentarsi da testa di serie al sorteggio per i gironi qualificatori del prossimo Mondiale.
“Vincere ci consentirebbe di consolidare quello che abbiamo visto fino a questo momento e di fare tutte le cose un po’ più tranquillamente – spiega il commissario tecnico -. Abbiamo bisogno di dare seguito a quanto fatto a settembre”. Intanto il punto di rottura col passato è evidente e il nuovo percorso della nazionale ormai tracciato. Modulo diverso (si va verso la conferma del 3-5-2) e largo ai giovani, come dimostrano le ultime convocazioni che vedono un solo over 30 chiamato dal ct: Di Lorenzo (31).
L’età media del gruppo, infatti, continua a scendere e se all’Europeo era di 28 anni, già in occasione delle partite di settembre si era abbassata a 24 e 9 mesi, scendendo ulteriormente di altri 4 mesi nelle ultime convocazioni. “Vedo questi giovanotti pronti per fare il salto di livello – ribadisce Spalletti – durante gli allenamenti, avendoci a che fare direttamente, ce lo dimostrano di volta in volta”. Ora, però, sono chiamati alla prova del campo, ben diversa dal porto sicuro di Coverciano.
Ma il ct non ha dubbi: “Questo gruppo lascia ben sperare su quello che sarà il nostro futuro. Soprattutto come modo di stare insieme, essere amici e nella vita normale. Ho avuto un po’ di tempo per pensare, ci sono settimane che passano in un attimo e ore che non passano mai, ora ho la sensazione di avere ragazzi che vogliono far conoscere di che pasta sono fatti”.
E quello che Spalletti si aspetta sarà “vedere lo stesso coraggio e atteggiamento delle ultime gare”, perché l’obiettivo “non è dimenticare l’Europeo”, bensì “lavorare per dare il meglio e se lo faremo allora diventeremo una grande squadra”.
Sullo sfondo resta sempre l’ombra di un mondiale al quale l’Italia non partecipa da due edizioni. “Andarci lo sentiamo come un obbligo – dice Spalletti -. E’ un torneo che ha determinato la nostra storia, ha fatto felice tante persone e partecipare a quella competizione è qualcosa di veramente importante ma non deve diventare un’ossessione”. Parla invece di “obbligo assoluto morale”, quando si sofferma sul suo lavoro quotidiano a Coverciano, lo stesso che ha portato a tener fuori diversi calciatori dall’ultima tornata di convocati.
“Ma Zaccagni ha chiesto lui di rimanere fuori per recuperare da un suo problema – ha concluso -. Chiesa sta poco bene, Zaniolo ha iniziato a giocare da poco e Politano lo continuiamo a seguire e di lui sappiamo tutto”. Intanto in campo contro il Belgio ci sarà lo stesso undici di Parigi contro la Francia con Pellegrini e Retegui terminali offensivi nel 3-5-2.
Nel pre-partita dell’Olimpico, invece, più precisamente dalle 20.30 ci sarà un omaggio a Totò Schillaci, a tre settimane dalla sua scomparsa. Prima verranno spente le luci dello stadio e i tifosi saranno chiamati ad accendere le torce dei propri smartphone, poi sui maxischermi comparirà il volto dell’ex attaccante della Nazionale, seguito da un video emozionale, mentre dalla Tribuna Tevere si alzeranno infine delle fontane luminose. Un tributo in quello stesso stadio, l’Olimpico, dove aveva realizzato le prime quattro delle sei reti messe a segno nel Mondiale di Italia ’90, un bottino che gli era valso il titolo di capocannoniere del torneo e l’ingresso di diritto nel gotha del calcio.
Queste invece le parole di Riccardo Calafiori: “Bologna è stato il primo anno dove mi sono sentito veramente importante, ho ricordi indelebili. La Premier, invece, è un campionato molto diverso dalla Serie A, io preferisco sempre imparare con qualità e ritmi diversi, penso di poter aiutare la nazionale in questo senso. La prima cosa che mi ha colpito dopo gli Europei è stata proprio l’intensità nelle partite e negli allenamenti – ha ribadito parlando delle differenze con il calcio inglese -. Poi non mi sento di dover dire che dobbiamo rubare qualcosa a loro in particolare”. Infine sul tornare all’Olimpico dopo il suo passato nella Roma: “Sicuramente mi dà qualcosa in più giocare qui”.