Paolo Maldini tiene chiusa la porta

Il closing è divenuto realtà, il Milan è davvero cinese. Ma la strada dei rossoneri non si incrocerà di nuovo con quella di Paolo Maldini. Almeno nell’immediato.

Intervistato da Sky Sport a margine di un evento a Milano, la bandiera rossonera ha chiuso la porta con decisione alla possibilità di ricoprire un ruolo dirigenziale nel nuovo corso del club, ribadendo di fatto il no già pronunciato lo scorso ottobre di fronte alla proposta ufficiale di Marco Fassone.

“Ho preso una decisione e credo sia giusta e ponderata. Resta l’amore per questa squadra e la tristezza per l’era Berlusconi che finisce, la speranza è che il Milan possa tornare più o meno ai propri livelli, ma il closing si è fatto un mese fa: c’è stato un incontro che non è andato a buon fine e i miei dubbi rimangono. Ho avuto la fortuna di poter sempre esprimere il mio pensiero senza essere legato a nulla che mi facesse cambiare idea. L’indipendenza di pensiero è la cosa che ho ottenuto in carriera e che più mi ha dato soddisfazioni”.
 
Maldini ha poi parlato del caso Totti, compagno di tante partite in Nazionale e vicino all’addio al calcio, spiegando la diversità del proprio punto di vista rispetto a quello del capitano della Roma:
“A fine carriera le bandiere diventano un po’ scomode, perché il tuo futuro deve coincidere con quello della società e non sempre questo succede. Prima o poi bisogna prepararsi al giorno dell’addio, non si può andare avanti a oltranza: io non avrei mai accettato di andare avanti restando in panchina”.

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