Assorbita la bruciante delusione del ko contro il Venezia, il Parma torna subito in campo per un altro duro esame. Per fortuna o purtroppo lo dirà l’esito della gara del “Bottecchia”, il velodromo che ospita le partite del Pordenone, capolista del girone B e principale alterantiva al duo Parma-Venezia. La vittoria dei lagunari al Tardini ha causato le prime indiscrezioni sulla solidità della panchina di Apolloni, ma la società ha “risposto” facendo sedere in conferenza il vice-presidente Ferrari al fianco del mister. Un messaggio chiaro sulla fiducia riposta nei confronti del tecnico della promozione dalla D, ma ovviamente saranno i risultati a dover cementare tale fiducia, possibilmente già da sabato sera.
Dopo 4 giornate in verità più che la classifica a preoccupare è la cifra non esaltante a livello di gioco, oltre che la condizione altetica che porta la squadra a calare bruscamente nei secondi tempi, sebbene il crollo contro il Venezia sembra essere stato anche mentale, oltre che fisico. Apolloni però dissente: “Contro il Santarcangelo, eccezion fatta per l’ultimo quarto d’ora, abbiamo dominato, solo contro il Venezia abbiamo subito un calo nel finale. Dobbiamo imparare a sfruttare meglio le occasioni che creiamo, la Lega Pro non è la Serie D”.
“Dobbiamo ripartire da quanto di buono fatto contro il Venezia, soprattutto nel primo tempo, ma anche migliorare sotto diversi aspetti. Negli ultimi allenamenti ho visto negli occhi dei ragazzi la voglia giusta per ripartire” ha aggiunto Apolloni
L’avversario. La maglia è neroverde come quella dell’altra rivelazione della stagione, il Sassuolo. E uguale è anche la voglia di stupire e non porsi limiti. A parte qualche isolata partecipazione alla Serie C unica degli anni ’60, il Pordenone non era mai andato oltre la C2 fino al 2003, anno del fallimento che costrinse il club friulano a ricominciare dall’Eccellenza, cui seguì la clamorosa retrocessione in Promozione. Era il 2004 e 12 anni dopo la realtà pordenonese sembra pronta per il grande salto, dopo la svolta avvenuta nel 2015 grazie al ripescaggio seguito al ritorno in D dopo la promozione della stagione precedente. Chiusa al secondo posto la scorsa Lega Pro unica alle spalle dell’imprendibile Cittadella, la squadra di Bruno Tedino, un passato anche come tecnico federale, ha poi perso la semifinale playoff contro il Pisa, ma è già ripartita. Forte di un organico privo di stelle, ma poco mutato rispetto alla scorsa stagione e con tanti punti fermi di categoria, come gli ex reggiani Stefani in difesa e Rachid Arma in attacco, oltre al fantasista Azzi e al duo di ex Bassano Berrettoni e Pietribiasi, il Pordenone fonda le sue fortune su un calcio essenziale, un 4-4-2 classico con poco possesso palla e molta velocità. Così sono arrivate le vittorie in tre delle prime quattro gare di campionato.
Formazione. Tra i convocati spicca l’assenza di Guazzo, colpito da un attacco di lombalgia, mentre partiranno per il Friuli a sorpresa anche Mazzocchi e Giorgino, nonostante la lesione al polpaccio subita da quest’ultimo contro il Venezia: nessuno dei due sarà utilizzabile, ma le loro presenze serviranno a “cementare” il gruppo. Apolloni non ha escluso cambi di modulo e allora, dopo il 4-3-3 “mascherato” di martedì, con Nocciolini a galleggiare tra attacco e centrocampo, potrebbe essere la volta buona per la difesa a 4. In questo caso a stare fuori potrebbe essere Coly, con Canini e Lucarelli centrali, Messina o Garufo e Nunzella, o Ricci, sulle fasce. Dalla cintola in su attenzione all’ipotesi trequartista, con Baraye in vantaggio su Scavone, che sarebbe impiegato come interno: in questo caso fuori Nocciolini e tandem Evacuo-Calaiò. Possibile formazione (4-3-1-2): Zommers; Messina, Canini, Lucarelli, Garufo; Corapi, Miglietta, Scavone; Baraye; Evacuo, Calaiò.