Trasferta amara per il Parma, che cede nettamente sul campo del Napoli nella seconda partita del trittico che, apertosi con il successo sul Cagliari, si concluderà domenica pomeriggio contro l’Empoli. Due scontri diretti e forse la spiegazione della brutta prestazione del “San Paolo” sta proprio qui, nella scelta mentale e non solo di risparmiarsi in vista della gara contro i toscani, confermata dalla decisione di D’Aversa di risparmiare titolari come Dimarco, Rigoni e soprattutto Gervinho.
Il turnover, però, e in generale la prestazione della squadra, non hanno convinto Enrico Boni: “Abbiamo visto il peggio possibile concentrato in una partita – dice l’opinionista nella sua rubrica per Sportal.it – Capisco le tre partite in una settimana, capisco che il Napoli fosse superiore, ma dopo aver tenuto testa alla Juventus e dopo aver battuto l’Inter non si può rinunciare a giocare come si è fatto, anche perché si falsa il campionato: le partite vanno giocate tutte allo stesso modo a livello di impegno. Di fatto il Parma non è sceso in campo. Vengono a galla i problemi noti, quelli della rosa corta. Se Gervinho è prezioso e fragile a tal punto da dover essere protetto in una teca, perché lo si è preso? E non parliamo della sua riserva, Biabiany, sul cui acquisto è meglio stendere un velo pietoso, o di Ciciretti, che l’anno scorso si è guadagnato la sufficienza solo per aver giocato l’ultima partita e che è sempre infortunato. Nell’organico del Parma c’è un giocatore che si chiama Yves Baraye che in oltre 100 presenze in tre anni non si è mai fatto male, ma adesso è fuori rosa”.
“Non si dica – prosegue Boni – che il gol subito dopo cinque minuti ha condizionato la partita, anzi poteva fare da stimolo per buttarsi alle spalle la paura. Il Parma non ha mai tirato in porta e poteva tornare a casa con una goleada, il Napoli di fatto si è allenato. Per questo dico piano con le celebrazioni e per questo dico che la partita contro l’Empoli sarà difficile, sconfitte del genere non fanno bene”.
