Pinsoglio: “Mia madre piangeva”

Carlo Pinsoglio non dimentica e non può dimenticare. 
 
Oltre alla retrocessione in Lega Pro, il portiere del Livorno ha dovuto subire un’aggressione da parte di un tifoso amaranto. Il portiere, intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’, ha raccontato l’episodio. 
 
“Dopo la partita siamo rimasti molto tempo nello stadio, poi la polizia ci ha scortati a Tirrenia. Lì mi aspettavano i miei genitori. Quando stavo salendo sulla loro auto è arrivato un uomo che mi ha gridato “infame”. Pensavo volesse sfogarsi e avrei accettato gli insulti, quando mi sono girato mi ha colpito con un pugno”, le sue parole.
 
“All’ospedale mi hanno dato tre giorni di prognosi per la botta all’occhio, ma la cosa peggiore è stato il fatto che questo sia avvenuto di fronte ai miei genitori, mia madre piangeva. È ingiusto. Già di per sé l’episodio è ingiustificabile, viverlo davanti alla propria famiglia è tremendo. Non lo meritavo”, ha poi aggiunto.
 
Pinsoglio non intende perdonare: “Mi dispiace, non potrei perdonarlo. Io mi assumo la responsabilità degli errori che faccio e accetto le critiche, ho pagato e pagherò per il mio sbaglio. Lui pagherà per il suo”.

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