Ormai Claudio Ranieri è entrato nella leggenda. Non potrebbe essere altrimenti dopo la Premier League vinta alla guida del Leicester City, con le ‘volpi’ che si sono sbranate una schiera di leoni famelici a suon di dilly ding dilly dong.
Può permettersi di dire quello che vuole, il mister. E se lo merita. La pressione ormai non sa più cosa sia, perché vada come vada a partire dall’anno prossimo, un’eterna serenità aleggerà come un’aura intorno a Ranieri.
Con questo stato d’animo si è aperto ai microfoni di Fox Sports, raccontando vari aneddoti sulla incredibile stagione del Leicester City: “Chi porterei, tra i giocatori, a cena? Andrei con Vardy perché è il più bizzarro, ma parla talmente veloce che non lo capisco, parla come gioca. Forse andrei a cena con Kantè perché non parla mai e sarebbe l’occasione buona per farlo parlare e sapere cosa pensa. Con chi al pub a bere una birra? Come fai a portarne solo uno al pub… Dovrei portarli tutti quanti altrimenti perderei lo spogliatoio se ne portassi solo uno al pub. Da chi mi farei difendere in caso di rissa? In una partita del girone d’andata ebbi un’incomprensione con un allenatore di una squadra avversaria. Al ritorno chiesi simpaticamente a Wasilewski e a Morgan di scortarmi all’ingresso al campo. Sceglierei loro”.
Il tecnico romano è poi tornato sulla punta capace di trascinare le ‘Foxes’: “Il più simpatico è indubbiamente Vardy perché ha sempre la battuta pronta, quando parlo nei meeting mi anticipa sempre. Sa sempre prima quello che dico. Non ho mai avuto uno screzio con nessuno, con un’annata del genere come fai ad avere uno screzio? La forza di questa squadra sono stati quelli che sono andati in tribuna, nessuno diceva nulla e tutti in allenamento lottano come quando vedete le partite, tutti hanno la stessa intensità, determinazione”.
Ranieri ha poi spiegato quando è scattata la molla determinante nella riuscita dell’impresa: “A Natale dissi ai ragazzi ‘Proviamoci!’ senza dire mai cosa, anche se loro mi capivano. Dicevo loro di spingere fino in fondo partita dopo partita, che questo è campionato è pazzo. E così i ragazzi hanno fatto”.
In carriera ha sempre sfiorato grandi traguardi, senza mai riuscire a raggiungerli: ”Fa parte del mio karma, ho conquistato tutto scalino dopo scalino. Se sono 20 anni che sono sulla breccia questo significa che qualcosa di buono c’è. Quando ho alzato la coppa sono stato il più freddo e razionale possibile. Quando guarderò i video sarà ancora più bello, mi scioglierò di più. L’emozione è stata tantissima quando con Bocelli abbiamo attraversato il campo. Prima di Pasqua con lui ci siamo sentiti e voleva essere con noi comunque sarebbe andata a finire. Le emozioni sono state tantissime, quando ha cantato, quando Stamford Bridge mi ha fatto, ieri, la passerella d’onore, Abramovich che si è voluto complimentare con me nello spogliatoio”.
La società e la tifoseria del Leicester City sono determinanti, per Ranieri, nella conquista del titolo: “Dieci minuti prima di entrare in campo il giorno il mio compleanno il presidente Vichai Srivaddhanaprabha mi ha portato due torte enormi con le candeline e ha regalato a tutti i tifosi una ciambella e una birra. In Italia queste cose non sarebbero mai successe. A proposito, quella delle ‘Foxes’ è una tifoseria particolare, meravigliosa. Più volte ci siamo trovati sotto di 2 gol ma nessuno ha mai contestato come succede in Italia. Loro ci soffiavano dietro, sono stati la nostra batteria vitale e credo che senza di loro non ce l’avremo fatta”.
Sir Claudio ha concluso con una battuta sul suo sosia che grazie al trionfo del Leicester City si sarebbe portato a letto 26 donne: “Meno male che l’ha detto se no povero me! Cambiamo discorso che è meglio così si evitano incomprensioni in famiglia…”.